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Commento di

su Identificazione degli agenti in ordine pubblico


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7 giugno 2013 09:55

Caro commentatore, lei continua ad appellarsi ad una forma, salvo, a me pare, contraddirsi. La locuzione O.P. non si trova nella Costituzione...ma poi si trova. Non si trova nei codici...ma poi si trova. Io non faccio, né mi interessa fare, una distinzione ’temporale’ se di ordine pubblico si parla o non si parla fino ad un certo momento per poi parlarne solo dopo. Che c’entra con quanto ho scritto nell’articolo o anche nei commenti ?

Inoltre parla del ’rapporto fiduciario’ secondo cui, lei dice, impiegati dello stato, come gli agenti in servizio di op, e cittadini sono tutti sullo stesso piano; salvo aggiungere che gli uni giurano, mentre gli altri, si sa, no.

Tutti sono ovviamente tenuti al rispetto delle leggi, ma c’è una differenza tra chi giura e chi non è tenuto a farlo e ciò spiega il motivo per cui se un manifestante rompe una vetrina (cioè vìola la legge) non appare, nel comune sentire (che è sensibilità alla REALTA’ delle cose, non alla normativa), grave tanto quanto il caso di una violazione di legge commessa da un tutore dell’ordine. Proprio perché il tutore dell’ordine è preposto alla vigilanza affinché nessuno vìoli le leggi.

Insomma, lei mi fa dire cose così ovvie che non capisco che cosa vuol dimostrare: che cittadini e agenti sono uguali davanti alla legge ? ovvio (o almeno così dovrebbe essere). Che cittadini e agenti hanno la stessa responsabilità nell’osservare le leggi. Non è così e mi pare di ricordare che la legge stessa contempli un’aggravante per i delitti commessi da pubblici ufficiali proprio in virtù del giuramento cui lei accenna.

Questo non significa affatto che le forze dell’ordine non possano mai agire tramite uso della forza. Questo è lecito, nei limiti imposti dalla legge (anche europea) della "proporzionalità".

Che si debba mettere un codice identificativo sulla divisa degli agenti in OP resta comunque, e vorrei tornare al senso dell’articolo, prassi adottata in gran parte delle democrazie occidentali. Non si vede dunque perché continuare con questa logica tutta italiana del pretendere ’uguale trattamento’ di identificabilità verso i manifestanti che nessuno nel mondo si è posto, mi pare, nemmeno come ipotesi. Il cittadino, come si sa, ha l’obbligo di farsi identificare su richiesta del personale autorizzato, nient’altro.

Anch’io la chiuderei qui. Un cordiale saluto.
FDP


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