Il passato non è mai morto e sepolto, il passato continua sempre a pesare sul presente.
Anche ai tempi di Mussoini ci fu chi pensò di utilizzarlo per poi liberarsene quando non serviva più, finì che fu Mussolini a liberarsi di loro.
Ciò premesso veniamo al tuo interrogativo sul griilismo, al quale sembri rispondere affermativamente.
Sono convinto che molti faranno spallucce, pensando "questo esagera". Io invece ti prendo sul serio, anche perché è da dopo le elezioni che mi sto chiedendo come si chiuderà la quarta crisi di regime dell’Italia.
Ecco vedi tu fai bene a sollevare questi sospetti e fai altrettanto stabilendo analogie, similitudini e rischi. Trovo corretto il tuo collegare Mussolini, Berlusconi, Grillo. Tutti e tre questi uomini sono spuntati fuori in una crisi di regime, tutti e tre hanno utilizzato un sentimento profondo stratificato nell’animo degli italiani di odio, disprezzo per i politici, che ha la sua origine nella non partecipazione delle masse lavoratrici (operai e contadini) al processo di unificazione italiana e di affermazione del liberalismo e il suo perpetuarsi nella permanente pratica plitica clientelare e corruttiva.
Ma hai commesso una omissione significatva, hai saltato la seconda crisi di regime, quella che seguì il crollo de fascismo e la crisi post seconada guerra. Hai saltato l’avvento della repubblica. Anche li vi fu un fenomeno, straordimriamente simile a quello di Grillo, di esplosione dell’antipolitica, interpretato da Guglielmo Giannini, che portò trenta deputati in parlamento.
Mussolini e Berlusconi hanno utilizzato l’antipolitica in prima persona, De Gasperi no. Giannino parlava contro tutti i politici ritenendoli perfettamente inutili, ma l’obiettivo prioritario e fondamentale era Togliatti, il quale era stato al governo di unità nazionale insieme a De Gasperi, per poi esserne cacciato.
Quando Napolitano nel 2011 ha cacciato Berlusconi dal governo mettendovi Monti ho pensato che la conclusione della 4° crisi di regime sarebbe avvenuta come nel secondo dopoguerra: un periodo di collaborazione Monti-Bersani e poi dopo aver riorganizzato la destra italiana, l’allontanamento della sinistra. Il ruolo di Grillo in questo schema era solo quello di impedire alla sinistra di diventare maggioranza.
Se ti guardi questo post sull’antipolitica vedrai che questa era l’analisi che facevo e la soluzione che mi aspettavo.http://mafiepolitica.blogspot.it/20...
Ma i risultati elettorali sono andati in maniera diversa, il tentativo di riorganizzare la destra italiana sotto le insegne moderate di Monti sono fallite.
Allora mi sono ridomandato come si chiuderà la quarta crisi di regime?
Al momento non so risponderti. Le mosse di Grillo/Casaleggio puntano al tanto peggio tanto meglio, dando prova di scarsa flessibilità e capacità penetrativa.
Ma la cosa che più mi fa pensare, al momento, che non sarà Grillo, contrariamente da Berlusconi negli anni novanta, il risolutore della crisi è data dal fatto che l’ideologia della decrescita felice è una cosa fuori da ogni logica umana, è solo il sogno romantico di qualche verde integralista che desidera il ritorno al passato. E tale ritorno richiederebbe tali costi umani (morti) da sembrare assolutamente inaccettabile. Se solo la gente realizza cosa è il sogno dei due visionari li lincia a piazzale Loreto.
La mia impressione - diversammente da te - è che Grillo è simile a Guglielmo Giannini più che a Mussolini.
Questo non significa che se la crisi dovesse precipitare verso esiti greci si possa escludere il pericolo di una nuova forma di fascismo.