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Commento di

su Le elezioni servono ancora a qualcosa?


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21 febbraio 2013 19:52

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Molti si ergono a interpreti e paladini di prioritarie istanze collettive.
Non sempre è vero.
Come nel caso della cosiddetta “democrazia digitale” che di fatto è l’antitesi di un percorso politico finalizzato ad un progetto di società organico e strutturato.
Ha poco a che fare con i passaggi ed i meccanismi di un iter legislativo.
Punti di forza sono la capacità attrattiva (potenziale) delle modalità di diffusione e la “fluidità” dei temi trattati.
Non c’è una matrice culturale, né un filone conduttore, ma solo l’implementazione di proposte e soluzioni “confezionate” da validare per “condivisione”.
La selezione di “rappresentanti” elettivi è assimilabile a quella di un concorso per candidati “tronisti”.
Lo stesso Grillo paventa la possibilità che il 10-20% dei suoi eletti assuma, in Parlamento, posizioni diverse e divergenti dalle originarie finalità del Movimento.

Veniamo al punto.
In un quadro di prolungata e perdurante recessione è necessaria, se non vitale, l’individuazione di una maggioranza, solida e coesa, che governi in forza del consenso (mandato) di una parte consistente del corpo elettorale.

In pratica.
Non è il momento di “scardinare” l’attuale sistema bipolare.
E’ più che mai tempo di scelte “consapevoli”.
Prima fra tutte: non “emarginare” il voto dato mettendo a rischio il primario interesse alla “governabilità”.
Il tempo non cancella mai le Voci dentro l’Eclissi esempio di responsabilità, impegno …


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