Il reato di corruzione si concretizza quando i soggetti in campo e la natura dello scambio sono ben definiti nei rispettivi ruoli e nella sostanza.
Una promessa generica rivolta ad una platea indefinita di elettori , ovviamente , non può quindi giuridicamente costituire il reato di corruzione perché ,oltre alla indeterminatezza dei soggetti interessati , il fatto non sussiste .Insomma promettere di abbassare o togliere le tasse non può rientrare nella tipologia di reato del voto di scambio .
Esulando quindi dal contesto strettamente giuridico è la qualità intrinseca della promessa ,percepita secondo il senso comune, che può invece configurare una "corruzione etico-morale " che , a mio avviso , è ancora molto più grave .
Il capolavoro politico di Silvio Berlusconi è stato quello non solo di essere riuscito a stravolgere il senso comune (fortunatamente non di tutti ) verso una deriva in cui tutto è possibile a prescindere (e quindi tollerabile ) ma anche di avere narcotizzato eticamente i destinatari delle sue promesse nel momento in cui non le mantiene (ovvero sempre) .
Il berlusconismo probabilmente rimarrà nei trattati di sociologia come un esempio di diseducazione civile di massa i cui danni sono ancora tutti da quantificare.
ciao