Ho appena ricevuto in regalo da mia figlia (economista) questo saggio e finora l’ho letto solo parzialmente. Tuttavia, sulla base anche delle cose dette da Mazzotti e della parziale lettura, penso di poter azzardare un paio di opinioni.
La prima, mi sembra di capire che l’idea centrale di Zingales è che la concorrenza è democratica e produttiva di benefici per tutti.
la seconda, l’Italia è il paese della "peggiocrazia".
Zingales però non ci dice come fare per passare dalla peggiocrazia alla meritocrazia. Invece è su questo terreno che bisogna procedere. A mio avviso occorrono, accanto a campagne culturali, delle leggi per scovare e punire il clientelismo è quì infatti l’origine della peggiocrazia. Ma con questo ceto politico che abbiamo c’è poco da sperare.
Altro punto dolente è che Zingales dimentica che in Italia ci sono le mafie, che hanno un pil dell’ordine del 7/8% di quello nazionale. che esercitano un influsso deleterio sull’intero apparato produttivo e tengono alcuni comparti sotto monopoli.
In ogni caso un libro che vale la pena di leggere