Tifare spread >
Draghi ha parlato chiaro. Mandato della Bce è impedire tentativi al rialzo degli spread fino a settembre quando i vertici dell’Eurozona vareranno (si spera) una più organica e efficace strategia di rilancio della crescita.
La “soglia” degli interessi sui nostri Btp è al 6%.
Per il governo Monti è “vitale” che fino almeno a gennaio lo spread non veda i 550 punti di Berlusconiana memoria. Per i partiti della maggioranza “tirando avanti” qualche mese salgono le possibilità di “agganciare” un barlume di ripresa.
Di fatto si conta su Draghi perché l’estate passi senza “scossoni”.
Non a caso Napolitano fa notare che lo scioglimento anticipato delle Camere è “improponibile” dopo il 20 settembre.
C’è un però. Evitare gli shock non riduce i danni prodotti dal prolungarsi della fase recessiva. Con le dichiarazioni d’intenti e le accese schermaglie verbali non si realizza un “percorso di uscita” dalla crisi.
Un dato su tutti. La somma degli interessi su un Debito da 2000 miliardi e della quota di abbattimento prevista dal fiscal compact fanno un gruzzolo di quasi 130 miliardi da “sottrarre” al circuito economico.
Ecco allora che un’impennata dello spread “richiamerebbe” le forze politiche alle loro responsabilità. La capacità di governo è anche assunzione di “rischi” per il bene comune. Rischiare non fa parte dell’identikit di una casta di Primi Super Cives attenta a …