Effettivamente portare il proprio aiuto vicino a casa non fa "status"... Effettivamente rischiare i soldi, ( presunti ma, mai dimostrabili ), dei contribuenti in casi di rapimenti in terra straniera, non è molto etico. Mi chiedo, altresì, se sia giusto che parenti, amici e concittadini invochino l’intervento di stato, ( ricordiamoci che non gratis per la collettività l’istituzione delle varie unità di crisi, commissioni parlamentari, ecc, ecc, ecc ), per salvare il buon samaritano di turno, che potrebbe far il proprio dovere civico anche in un ospedale pediatrico o geriatrico, ( solo per fare due semplici esempi), della propria regione. Allora che fare per frenare quest’altruismo oltre confine? Semplicemente far firmare al "legionario" della "bontà" una liberatoria che, svincoli lo stato ed i contribuenti al pagamento di qualsiasi riscatto e/o nel qual caso, al risarcimento da fondi personali, ( beni propri e/o di famiglia e/o delle associazioni d’appartenenza ), delle spese sostenute per il rilascio ed il ritorno in patria dello sventurato. Anche perchè andare in terre ove vi sono palesi pericoli di attentati e rapimenti terroristici, comporta alla partenza, del volontario, una completa accettazione dei rischi a cui si potrebbe andare incontro... Insomma in un paese ove la crisi, sociale economica e politica batte così forte, spendere ipotetici, ( mai dimostrabili in vero o in falso ) 15 milioni di riscatto, sembra quasi, uno spreco immane.... E vanno pure in televisione....