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Commento di illupodeicieli

su Il setaccio Italia ha venduto Valentino. Il suicidio dell'addio al made in Italy


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illupodeicieli 16 luglio 2012 19:02

Penso sia giusto e doveroso, avendone capacità e voglia, di riprendere il made in Italy che si è venduto e/o in alternativa, creare dei nuovi marchi: per renderli credibili e appetibili ci vuole manico, testa, fiato. Ma anche,sopratutto, creatività e amore per il proprio lavoro. Chi scopiazza e cerca il business immediato, non so se riuscirà a emergere. So bene che la moda, il settore abbigliamento, è in mano a gruppi finanziari stranieri, che ci sono le varie riviste che dettano legge. Per questo occorre una strategia che dia forza e visibilità al made in Italy. Questo vale per il settore abbigliamento ma anche per altri settori,attualmente, sotto attacco o che sono in crisi: penso al settore cinematografico o a quello automobilistico (è stata fatta morire la De Tomaso: che ci siano ragioni diverse lo so bene, conosco un po’ la storia del marchio e di De Tomaso). Per riprendere a fare occorre crederci ma anche uscire dagli schemi, essere diversi se non unici: se ci si limita a fare qualcosa come la fanno gli altri si finisce nella guerra dei prezzi. E questo vale sia per chi produce e crea,sia per chi vende al dettaglio. In ogni settore c’è chi può e vende per un centesimo in meno un articolo simile al tuo, al nostro. Capire le differenze ed evidenziarle, è un buon inizio. Diversamente continuiamo a svendere i marchi storici e importanti, e a comprare ai discount o vestiamoci nei negozi cinesi: facciamoci tagliare pure i capelli: un taglio maschile,con tanto di shampoo, costa a Cagliari, salvo errore 10 euro.


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