«Il problema non è il numero di figli, ma il lavoro. Se si continua a
girare intorno e non si affronta il problema dello sviluppo, si prendono
lucciole per lanterne.»
Certamente lo sviluppo comporta più lavoratori attivi per pagare le pensioni ai giovani di un tempo ovvero ai pensionati. Ma questo non toglie che i lavoratori attivi si possono fare anche facendo figli, anzi i nostri pensionati hanno usato questo metodo per avere pensioni da favola relativamente a quelle che avranno i giovani.
Poi è inutile nascondersi dietro un dito. Passare da 40 a 60 milioni di cittadini vuol dire presumibilmente crescere chi paga le pensioni ai pensionati del 50%, vuol dire uno sviluppo che aumenta gli stipendi del 50% nel giro di 50 anni e mantenere la popolazione costante.
I nostri pensionati attuali hanno goduto del boom economico degli ultimi 50 anni con in più l’extra contributivo del 50% della popolazione.
Per fare un esempio estremo ma che rende l’idea, se io e mia moglie siamo la prima coppia d’Italia, i primi cittadini, se facciamo tanti figli, nel giro di 50 anni potremmo trovarci con 1000 discendenti lavorativi che ci pagheranno la pensione visto che io e mia moglie siamo gli unici pensionati d’Italia. Quindi riceverò i contributi di mille lavoratori attivi. Le casse dell’INPS sono in pareggio ma è giusto che io riceva centinaia di migliaia di euro al mese solo perché i pensionati dello stivale siamo solo io e mia moglie e i lavoratori attivi sono un migliaio?
I miei discendenti potranno sperare di ricevere la mia stessa pensione? Significa che le loro donne dovranno figliare quanto la mia ma se non facessero più figli perderanno tutti i contributi che hanno versato e che il fondatore dell’Italia si è già mangiato.
L’esempio estremo che ho fatto significa che i pensionati vivono sulle spalle dei più giovani o meglio che la pensione di un pensionato viene pagate non da un solo giovane ma da tanti giovani e che questo meccanismo funziona oggi ma che domani non funzionerà più. Domani un pensionato sarà sulle spalle di un giovane e se la crisi continuerà due pensionati saranno sulle spalle di un giovane che lavora.
Secondo me non serve parlare di sviluppo tra 50 anni, tra 50 anni non si sa come sarà l’economia italiana, visto che adesso i soldi per pagare le pensioni ci sono è bene ripartire questo tesoretto tra i pensionati e i giovani: i pensionati si prendono la pensione che si sono pagati, il metodo di Ichino e della ministra del lavoro, i lavoratori si prendono la parte rimanente del tesoretto con sovvenzioni statali quando vengono licenziati.
In parole semplici il fondatore dell’Italia non si prende centinaia di migliaia di euro di pensione mensile ma le sue mille euro mentre i mille discendenti si prendono l’indennità di disoccupazione. Il metodo della ministra del lavoro.