Che il fondo pensioni
sia pagato dai lavoratori, che le pensioni dovrebbero essere salario differito e che lo stato non ci
metta un centesimo sono tutte affermazioni
vere in teoria ma false nei fatti.
Nella realtà le
pensioni non vengono pagate –come si dovrebbe- con i contributi accumulati dai lavoratori, ma con i contributi dei
lavoratori attivi. Per questo,
l’INPS e tutto il sistema previdenziale sono in realtà in forte
passivo. Il millantato attivo dell’INPS è dovuto ad uno sporco trucco contabile: quello di non
calcolare l’ingente debito
previdenziale, cioè il debito delle pensioni che sarebbero comunque da
pagare anche se cessassero le contribuzioni. Questo debito nascosto grava sullo
stato, perché il sistema pensionistico ha consumato o è stato derubato delle
sue riserve.
Buona parte del debito pensionistico poi è stato creato da
quella follia delle pensioni di
anzianità; in teoria non ci sarebbe niente di male ad andare
prima in pensione, basterebbe computare correttamente le pensioni, ma così non
è stato e tutti coloro che l’hanno capito e hanno potuto se ne sono
approffittati. La moglie di Bossi è andata in pensione a 39 anni percependo (a
parità di diritti contributivi) esattamente la stessa pensione che se ci fosse
andata a 60 anni, cioè con ventun anni di aspettativa di vita in meno!
La proposta in
questione mira semplicemente a riportare giustizia in questi
pre-pensionamenti: non “niente pensione”
come accadrebbe adesso agli “esodati”, ma
neanche “anni di pensione regalati”,
come sarebbe ingiustamente accaduto.
Va detto che gli esodati hanno effettivamente acquisito dei
diritti, avendo contrattato il loro futuro, ma va anche detto che lo hanno
contrattato con il padrone e non con l’ente pensionistico, che aveva
effettivamente il dovere di
correggere regole ingiuste.
E’ anche vero che la cifra “risparmiata” dai fondi
previdenziali corrisponde sostanzialmente a quel debituccio di cui noi italiani non sapevamo niente e con cui
probabilmente Ciampi ha taroccato i conti dello stato…