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Commento di Silvia Agostini

su Questione curda, un rebus non solo per Erdoğan


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Silvia Agostini Silvia Agostini 24 ottobre 2011 13:51

Non sono d’accordo sull’analisi, in particolare sull’ultima frase, che a mio parere suona come una vera e pericolosa illazione: il Pkk sarebbe il braccio armato del Bdp? Non credo.

E’ ovvio che la popolazioe kurda, che in maggioranza (non assoluta) vota per il Bdp, sia in qualche modo legata in termini simbolici e politici alla figura di Ocalan e alla "guerriglia" del Pkk, vista dai più come un movimento di rivendicazione armata dei diritti del popolo kurdo, troppo spesso negati.

Le timide aperture di Erdogan verso i kurdi stentano ad avviarsi. Per ora, molti dei canali tv e radio in kurdo sono tutti della TRT, la Tv di Stato; così come molti istituti di lingua e cultura kurda sono sotto stretta approvazione del Ministero dell’educazione. Diversi i canali tv e radio stroncati, solo perché appartenenti al Bdp o ad altri schieramenti pro-kurdi non in linea con la maggioranza di governo.

Le riforme in senso democratico e il dialogo di pace, avviato da Ocalan nel 2006, sono state per Erdogan uno specchio per le allodole sia per guadagnare consensi interni-i turchi iniziano ad essere stanchi di questa guerra e "dilagano" i movimenti pacifisti dei giovani turchi - sia per l’entrata in Europa. I bombardamenti contro i ribelli kurdi sulle montagne di Qandil non sono cosa di questi giorni, risalgono ad agosto, hanno comportato la morte di molti civili. Diversi i villaggi sfollati, anche per i paralleli bombardamenti iraniani. Questo è successo sotto gli occhi della comunità internazionale, europea e americana, non senza condanne (seppur lievi) da parte di alcuni stati occidentali. E Erdogan non se n’è molto curato: al centro del dibattito politico in Turchia, infatti, e nella strategia geopolitica turca l’interesse primario non è più l’entrata in Europa-questo anche a detta di molti analisti turchi-ma quella in Medio oriente.

Vi sono poi altre considerazioni da fare in merito al Bdp, Dtp, Hadep, Dehap e tutti gli altri nomi che ha dovuto cambiare il partito filo-kurdo negli anni, per rinascere e per far sentire la propria voce democratica. Troppi gli atti di repressione, dagli arresti dei rappresentanti, parlamentari e sindaci del Bdp a quelli di attivisti e giornalisti. La Turchia, secondo l’OSCE, è il paese al mondo con più giornalisti detenuti, superando il record di Iran e Cina.


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