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Commento di Alessandro Tucci

su L'inganno del referendum proposto da Di Pietro


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Alessandro Tucci 10 settembre 2011 14:57

Chiedo venia se la presenza della parola "smiley" ha creato fraintendimenti. Doveva essere solo la classica emoticon con due punti e parentesi, ma il meccanismo di pubblicazione l’ha tradotta in una parola. Scherzi dell’informatica. Leggete il commento come se quella parola non ci fosse.

Tornando sul tema, sinceramente, non sono così nostalgico del proporzionale, che ci ha regalato decenni di instabilità e partitocrazia. Tra i due, secondo me, è meno peggio la legge Mattarella. Certo, è una legge migliorabile, magari andrebbero riviste le percentuali (più collegi uninominali, il che credo ponga me e Lei esattamente su fronti opposti) e il meccanismo dello scorporo.

Quanto alla proposta delle primarie, secondo me, è giusto non metterla nel testo del referendum, almeno per ora. E’ uno strumento che appartiene alla cultura politica di uno solo degli schieramenti, e non ad entrambi, quindi non è giusto costringere il centro-destra ad indire delle primarie, se esso per primo non ne sente il bisogno. E non credo che sia più uno specchietto per le allodole, soprattutto da quando si è visto che con le primarie si vince, anche lì dove ce lo si aspetta un po’ meno. Se lo dicessero Di Pietro e Bersani, magari sarei un po’ più scettico. Però se lo dice Vendola, che con le primarie c’è nato, secondo me la cosa è più credibile.

Lei poi è libero di non credergli, ovviamente. Però, secondo me, piuttosto che ignorare del tutto la cosa, è più giusto fare le dovute distinzioni e riportarla; e poi dire, argomentando, perché non gli si crede. Altrimenti si rischia di passare per pressappochisti, negligenti, o addirittura malfidati (a scanso di equivoci: non è la mia opinione, sto solo delineando il rischio). E sarebbe il colmo, dopo tutto lo sforzo profuso per scrivere un articolo.


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