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Alessandro Tucci

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  • Di Alessandro Tucci (---.---.---.248) 10 settembre 2011 15:10

    Bell’articolo. Soprattutto, mi piace la nota 2 in calce, in cui si dice che non c’è il sistema ideale.
    Del resto, il proporzionale garantisce massima rappresentatività, ma favorisce accordi e manovre di palazzo.
    Il sistema uninominale, invece, tiene conto solo del vincitore in ogni collegio, quindi ha bisogno di meccanismi accessori (scorporo e quota proporzionale) per renderlo un po’ più rappresentativi delle percentuali reali.

    Tralascerei la cosiddetta proposta "ungherese", di cui non ero a conoscenza e che non merita neanche considerazione, secondo me.

    Sono d’accordo con l’articolo, e con voi, quando dite che l’indicazione del candidato premier è una forzatura del meccanismo costituzionale, che invece il proporzionale non presenta. Però, secondo voi, in che modo l’associazione di proporzionale, sbarramento e preferenze migliorerebbe la situazione rispetto alla prima repubblica? Dal punto di vista della stabilità e della suscettibilità dei governi alle manovre di palazzo, così, di primo acchitto, non vedo differenza. Chiedo lumi.

  • Di Alessandro Tucci (---.---.---.248) 10 settembre 2011 14:57

    Chiedo venia se la presenza della parola "smiley" ha creato fraintendimenti. Doveva essere solo la classica emoticon con due punti e parentesi, ma il meccanismo di pubblicazione l’ha tradotta in una parola. Scherzi dell’informatica. Leggete il commento come se quella parola non ci fosse.

    Tornando sul tema, sinceramente, non sono così nostalgico del proporzionale, che ci ha regalato decenni di instabilità e partitocrazia. Tra i due, secondo me, è meno peggio la legge Mattarella. Certo, è una legge migliorabile, magari andrebbero riviste le percentuali (più collegi uninominali, il che credo ponga me e Lei esattamente su fronti opposti) e il meccanismo dello scorporo.

    Quanto alla proposta delle primarie, secondo me, è giusto non metterla nel testo del referendum, almeno per ora. E’ uno strumento che appartiene alla cultura politica di uno solo degli schieramenti, e non ad entrambi, quindi non è giusto costringere il centro-destra ad indire delle primarie, se esso per primo non ne sente il bisogno. E non credo che sia più uno specchietto per le allodole, soprattutto da quando si è visto che con le primarie si vince, anche lì dove ce lo si aspetta un po’ meno. Se lo dicessero Di Pietro e Bersani, magari sarei un po’ più scettico. Però se lo dice Vendola, che con le primarie c’è nato, secondo me la cosa è più credibile.

    Lei poi è libero di non credergli, ovviamente. Però, secondo me, piuttosto che ignorare del tutto la cosa, è più giusto fare le dovute distinzioni e riportarla; e poi dire, argomentando, perché non gli si crede. Altrimenti si rischia di passare per pressappochisti, negligenti, o addirittura malfidati (a scanso di equivoci: non è la mia opinione, sto solo delineando il rischio). E sarebbe il colmo, dopo tutto lo sforzo profuso per scrivere un articolo.

  • Di Alessandro Tucci (---.---.---.248) 10 settembre 2011 13:23

    Ho letto l’articolo e ne ho condiviso buona parte.
    Per fortuna, lei non è stato l’unico a denunciare l’inganno nascosto dietro la seconda raccolta firme: ci aveva già pensato, esattamente con gli stessi contenuti sostanziali, l’ormai famoso Spider Truman, ex denunciatore di privilegi di parlamentari e diventato ormai soggetto politico e organizzatore di manifestazioni smiley (e qua si capisce che non sta lavorando da solo, e che molto probabilmente è un’operazione mediatica studiata a tavolino)

    Purtroppo, è stata commessa la stessa imprecisione, sia da lei che dal suddetto Spider Truman: quando si inserisce Vendola nell’elenco dei cosiddetti traditori, si scrive un’inesattezza. SEL, infatti, ha pubblicamente proposto di affiancare le primarie al meccanismo del vecchio Mattarellum, in modo da evitare che i candidati ai collegi uninominali vengano ancora scelti dai partiti.

    Non so se l’ha fatto anche qualcun altro: cito solo Vendola perché è l’unico da cui ho sentito proporre un accorgimento simile. Sarei contento di sapere che proposte simili sono arrivati da altri personaggi e che, sul tema, sono stato un cittadino disattento. smiley

  • Di Alessandro Tucci (---.---.---.3) 8 settembre 2011 14:26

    Secondo me, il "Giro di Padania" sarebbe rimasto solo una corsa minore, frutto al massimo della solita iniziativa pacchiana della Lega, e nota solo ai pochi appassionati che seguono l’intera stagione ciclistica, se i contestatori non avessero deciso di dare all’evento più importanza di quella che ha.

    Secondo me, con l’intervento dei militanti di Rifondazione e di CGIL lì presenti (non sapevo che ci fosse anche gente del PD), l’evento ha assunto una forte valenza politica. Sì, ok, la valenza politica ce l’aveva dalla nascita, visto che era sponsorizzato dalla Lega, ma l’avrebbe persa in poco tempo, cadendo nel dimenticatoio e perdendosi nel marasma del calendario ciclistico, molto affollato.
    Invece, ora, per il solo fatto che quei militanti erano lì a sventolare bandiere (le mani addosso a Modolo, poi, hanno contribuito a peggiorare la cosa), c’è un’intera frangia di sinistra e centro-sinistra che ha fatto una figura come minimo intollerante (per non dire violenta, visto come si è evoluta la situazione). Visto che sento di appartenere a quell’area (ovviamente tralasciando il discorso sul modo in cui i partiti implementano certe idee), mi dispiace che si sia fatta una figura del genere.

    E’ stata un’azione politicamente molto miope, e lo sarebbe stata anche se si fosse limitata allo sventolio di bandiere. E comunque, spero che i dirigenti locali di partito o sindacato siano abbastanza intelligenti da togliere la tessera a quel signore che è andato a dare un ceffone a Modolo; e, soprattutto, spero che lo dichiarino pubblicamente, in modo almeno da pulirsi un po’ la faccia.

  • Di Alessandro Tucci (---.---.---.3) 7 settembre 2011 13:55

    Salve Ing. Aiello,
    condivido il taglio generale dell’articolo, cioè il fatto che la crisi è l’occasione per ripensare il funzionamento di molti meccanismi. Mi piace anche l’analisi sul ruolo dell’informazione che, da come vedo, non viene intesa nel senso ristretto di "insieme di notizie", ma in quello ampio di "conoscenza e coscienza di una situazione".

    C’è solo un passo che, secondo me, è troppo assolutorio nei confronti del cittadino in generale.

    > Ovviamente le forze che si oppongono ad una informazione adeguata sono le tante,
    > infinite lobby ed i tanti, infiniti potentati, i quali si avvalgono per i propri fini
    > del controllo e, persino, della manipolazione dell’informazione.

    Ovviamente, ciò che lei afferma in questa frase è vero: purtroppo, però, è solo una parte del problema. La cittadinanza, purtroppo, è costituita da parecchie teste dure, che spesso non hanno i mezzi culturali, oppure la prontezza/brillantezza mentale, o peggio ancora la voglia, di districarsi in problemi di complessità anche moderata, e di documentarsi adeguatamente al riguardo. Il risultato, spesso, è l’assunzione di un atteggiamento vittimistico, corredato da commenti come: "Mamma mia, non ci si capisce niente", oppure "E’ tutta una fregatura", oppure "No no, io di ’sta roba non ci capisco niente, lascio fare a chi ci capisce" e generalizzazioni simili. E, se ci fa caso, qua parlo solo di coloro che, almeno, hanno l’umiltà di ammettere la loro ignoranza sul tema.

    C’è anche di peggio, infatti: ci sono quelli che ne sanno poco, che si sono documentati superficialmente o parlano per sentito dire, e che intervengono garibaldinamente e con estrema faciloneria su questioni complesse, magari facendo ragionamenti presuntuosi, per analogia con altri campi o slegati da qualsiasi prassi reale, che però non stanno né in cielo né in terra.

    Il principio "Ignorantia legis non excusat" ci costringe, secondo me giustamente, ad affrontare la realtà in modo attivo. Nasciamo tutti ignoranti, su parecchie questioni. Alla fine, però, chi soffre di pigrizia mentale rimane ignorante e si rifugia in un vittimismo piagnucoloso. Chi è superficiale e facilone comincia ad accampare tesi e a sparare sentenze a vuoto, magari sentendosi pure vittima di ingiustizie se coloro che conoscono veramente l’argomento hanno la meglio su di lui. I pochi che, invece, sono attivi, svegli e brillanti, in poco tempo e dopo qualche errore, diventano padroni della situazione, e cominciano a considerare le lamentele di coloro che appartengono ai due gruppi precedenti come il piagnisteo di quelli che non sono abbastanza intelligenti da cavarsela.

    Dalla mia esperienza personale, ho capito che le informazioni, anche quelle su temi più complessi, alla fine sono accessibili: in alcuni casi è più faticoso trovarle e discernerle dal "rumore di fondo", ma si trovano. Per questo, dal mio punto di vista, sono più portato ad incolpare la pigrizia o la scarsa brillantezza del singolo cittadino disinformato, più che il tentativo dei potentati di nascondere la verità.


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