Pubblicato come lettera su
Il
Gazzettino
24
settembre 2006
Fascicolo di
Udine
Pagina XVII
(PN 21)
Una società migliore
a tutti i giovani
compete combattere
Alcune considerazioni per tratteggiare la protervia della politica
sindacale per mantenere posizioni di rendita, nonché degli stessi
pensionati che hanno conquistato con le famose "lotte" i privilegi che
le giovani generazioni stanno pagando, taglieggiati nel proprio reddito
dalla scelte politico-sindacali che impone loro tasse e contributi che
depauperano di oltre il 50% il totale del lavoro da loro prodotto.
Dico questo specialmente ai pensionati che hanno promosso e
partecipato domenica 10 settembre alle 11 presso la Piazza di Madonna
alla 10a festa dei pensionati; "anziani e non" avevano pure avuto
l’ardire di scrivere sul volantino e le locandine esposte nei locali
pubblici.
Ciò è stato promosso dalle organizzazioni sindacali dei pensionati
spi/cgil, fnp/cisl e uilp/uil in collaborazione con i comuni Buja,
Arte-gna, Bordano, Forgaria, Gemona, Montenars, Osoppo, Trasaghis.
Ciò ha raccolto pertanto una platea a disposizione delle autorità che
hanno potuto fare la passerella di rito per acquisirne il consenso,
quasi in forma cooperativa.
Lo sanno i pensionati attuali che i giovani d’oggi pagano esosi
contributi e tasse per mantenere i loro privilegi e le rendite di
posizione? Che sono frutto delle insane politiche concorsuali di tutti
i partiti e sindacati e che hanno permesso nel pubblico impiego: al
genere femminile pensionamenti con 14 anni 6 mesi ed 1 giorno di
contributi; pensionamenti per ambo i generi con 19 anni 6 mesi e 1
giorno di contributi, e solo nel pubblico impiego; come è notorio per
un lavoro altamente usurante.
Si sono posti quindi sul groppone dei contribuenti, pertanto anche dei
lavoratori non dipendenti, assieme ai privilegiati del parastato.
Non capisco come un lavoratore dipendente delle acciaierie,
dell’edilizia ed in genere di tutti i lavori gravosi possano
continuare a mantenere questa "classe" sindacale attraverso il
pagamento delle trattenute sindacali automatiche in busta paga e sul
trattamento pensionistico; che sia frutto della sindrome di Stoccolma?
Ai giovani competerebbe di lottare come fecero D’Alema e tanti suoi
compagni in gioventù, mettendo a ferro e fuoco l’Italia negli anni 70,
"guadagnandosi" lui in tal modo anche un appartamento Inps in piazza
Navona, pagato con i contributi dei lavoratori.
Gli incendiari di ieri sono gli stessi che oggi pretendono di fare i
pompieri; in puro stile bipartisan, col concorso di tutti i
partecipanti al desco della spesa pubblica.
Oggi, i sinistri pacifondai, i no-global dei cosiddetti centri
sociali, alcune associazioni Onlus, altre Ong (Organizzazioni non
governative) sono mantenuti ad arte dalle amministrazioni pubbliche
fiancheggiatrici, con lauti contributi pubblici e con il silente
assenso delle gerarchle cattoliche.
Permettono ai sinistri il diversivo del Libano che cade a fagiolo per
distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dall’invasione
islamica dell’Italia che hanno favorito e dai problemi energetici, e
come conseguenza economici, che attanagliano il Paese.
Beati i pensionati se ce la faranno a morire prima di conoscere e sperimentare le conseguenze della loro operosa vita.
La meritocrazia vorrebbe che ognuno abbia in conseguenza di quanto ha dato.
Ma di questi tempi anche la giustizia è impegnata altrove: sul fronte
dell’obbligatorietà dell’ azione penale; per le malversazioni
sindacali e amministrative del personale politico non c’è tempo.
Renzo Riva
Buja
Mi permetto di cannibalizzare un bel concetto espresso da
di Damiano Mazzotti
(xxx.xxx.xxx.159)
20 giugno 2010 10:41
La realtà è che l’80 per cento dei vecchi che sono in pensione più o
meno anticipata, ricevono un compenso altamente immeritato e
ingiustificato...
Ma fino ad oggi comanda la casta dei vecchi che si raccomandano tra
di loro e si fanno le leggi su misuraa fino a quando l’Italia farà la
fine dell’Argentina e allora anche loro dovranno ridursi le pensioni... O
meglio i nuovi governanti più giovani capiranno che dovranno ridurre gli emolumenti di questi parassiti per continuare a far funzionare un paese...
Con pensioni anticipate nel pubblico, con pensioni ridotte e assunzione di giovani
che costano meno e lavorano di più e meglio (perchè più istruiti e
flessibili), ne godrebbe anche il funzionamento degli apparati e della
burocrazia di Stato... e i conti pubblici: i giovani neoassunti costano molto meno...