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Commento di Renzo Riva

su Ve l'hanno data a bere


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Renzo Riva Renzo Riva 28 giugno 2011 13:46

E dopo aver mangiato,
mangiato e ben bevuto,
ti fa vedere il buco

con tutto quel che segue.

passata l’isteria del dopo Fukushima si tornerà alla situazione precedente
(come avvenne dopo Chernobyl)

negli anni successivi a Chernobyl l’opinine pubblica italiana è stata divisa in due con una leggera prevalenza degli antinucleari, una significativa quota di indecisi ed un terzo degli anti nucleari disponibili a cambiare idea qualora ci fosse "una soluzione definitiva al problema dei rifiuti radioattivi"

i pro nucleari hanno superato gli anti (di pochi punti percentuali) quando il prezzo del petrolio, pochi anni fa, ha superato abbondantemente i 100 dollari al barile, per lo meno nella disponibilità a discutere del ritorno al nucleare.

la crisi energetica mondiale è già in atto, confermata da quanto sta avvenendo in Libia ed in altre parti del mondo arabo e non verrà arrestata dall’utilizzo del gas.
La notiamo poco in quanto abbiamo una depressione delle attività manifatturiere del mondo occidentale.
il mondo corre veloce, India, Cina, Brasile, ecc hanno raggiunto il momento in cui pretenderanno un consumo procapite che si avvicini al nostro.

per questa ragione credo che le discussioni si riapriranno molto presto e che il vero problema, come nel caso dell’occasione sprecata nei passati tre anni è:

la qualità della nostra classe dirigente, in un contesto di crisi dell’occidente.

chi si illudeva che la crisi greca fosse superata, ora deve prepararsi a quelle successvie ed alla crisi dell’Euro.
in quel contesto verrà rispoposta la domanda agli italiani. Cosa pensate che farà l’Italia da grande?
forse siamo un paese senza speranza, ma forse è nel momento della crisi che sapremo ritrovare le migliori energie, morali prima che nucleari.

Riprendendo i fili del discorso, credo che si capisca a cosa serva il nucleare solo se si capisce

(risalendo il percorso)
a cosa serve l’energia elettrica,
a cosa serve l’energia

quali sono le fondamenta del nostro benessere
se vogliamo conservarle e rimanere una nazione manifatturiera

che il mondo è più grande dell’Italia e la sfida dell’energia impegnerà il mondo nei prossimi decenni

che la vera questione morale è affrontare tale sfida (e non le frottole sull’ambiente)

che occorre una classe dirigente in grado di sviluppare una visione del futuro ruolo dell’Italia in questo contesto mondiale

a questo punto si può esaminare cosa fanno gli altri per soddisfare il proprio fabbisogno energetico e quali prospettive offrono le differenti tecnologie;
questo esame conclusivo mostra che il nucleare non è LA soluzione, ma parte indispensabile della soluzione (e continueremo ad importarlo).

Questo breve ragionamento va fatto innanzi tutto a governanti ed amministratori.
Ieri all’assemblea di Assoacciai si è discusso di: delocalizzazioni e come mantenere la direzione in Italia, gas e carbone "pulito".

Occorre anche spiegare che esistono, nell’elite europea ed occidentale, alcuni grandi gruppi ed interessi economici che hanno già deciso il progressivo declino del continente ed una politica di forte riduzione dei consumi e dei livelli di vita, presentata nelle vesti di una politica di difesa dell’ambiente.


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