Davigo dice che la corruzione è un reato a vittima diffusa, nel senso che nessuno si sente direttamente danneggiato. Inoltre nella quotidiana bolgia esistenziale ogni italiano bada in primo luogo a sopravvivare e l’esperienza storica lo ha ammaestrato a non farsi scrupolo. Conclusione: tutti sbraitano contro la corruzione, ma nessuno se ne preoccupa realmente, la destra ci sguazza e la sinistra fa la sua parte. No il mio non è qualunquismo! ho le prove di quanto affermo anche per la sinistra, basta andare al dopo tangentopoli e ai comportamenti della maggioranza di centrosinistra 1996-2001 proprio sul tema in questione.
Pensare che sia possibile la nascita di un movimento che dal basso porti al "regno dell’onestà" in Italia mi sembra più che una utopia.
Molto più semplice, è forse, puntare alla rielaborazione di un sistema di controlli, visto che quasi tutti quelli che avevamo sono stati eliminati con due scuse: l’autonomia decisionale e il difettoso funzionamento.
tanto per fare un esempio, oggi chi certifica la legittimità amministrativa di un atto pubblico è lo stesso funzionario che lo ha emesso, chi non è daccordo può solo ricorrere al Tar, ovviamente spendendo almeno 5000 euro e impegnando qualche anni di tempo.
Per il penale poi basta che il politico che si è fatto beccare si trovi un buon avvocato e la prescrizione breve farà il resto.
Più che comportamenti virtuosi di massa direi che si ail caso di rivendicare in primo luogo dalla sinistra (radicale e riformista) proposte di legge in merito (in buona parte già elaborate nel quinquennio 1996-2001 e mai approvate.