Corruzione: un male curabile...
Situazione “patologica” di corruzione all’interno delle Pubbliche Amministrazioni. Questo è il termine usato dalla Corte dei Conti per indicare una situazione allarmante che fa parte da anni ormai del tessuto Italiano. La corruzione, appare non più come uno spauracchio da combattere bensì come tendenza abituale e per questo, accettata ed accettabile.
Ho scritto molti articoli sul senso di onestà e di corruzione. Sappiamo che “potere” non fa rima con “Trasparenza”. Ed anche che “potere” non fa rima con “Democrazia”. Così come “Democrazia” non fa rima con “corruzione”. Eppure, incredibilmente, dalla bocca di chi viene chiamato a gestire la nazione, questi concetti si intersecano fino a far sfuggire del tutto il senso di una serie di accadimenti che rientrano ormai nel quotidiano di tutti.
Siamo spettatori di corruzione a 360°. Sia a livello nazionale che internazionale. Ed a volte, siamo anche attori e protagonisti, di corruzione. Lo siamo nel momento in cui, un Sistema fallace ci mette nella condizione di non poter scegliere altrimenti. Diveniamo protagonisti di corruzione da che le cose vanno avanti solo a forza di spinte, aiutini e clientele varie. Ed a volte, pur non volendo cadere nel giogo viscido fra corrotto e corruttore, sembra che non vi sia altra scelta possibile.
Potere e corruzione, sembrano ormai aver trovato una base consolidata, al punto che in pochi ci si rende conto che un fatto, un evento, sono il frutto di una serie di comportamenti scorretti. Oltretutto, l’aberrazione risiede nel fatto che la corruzione alberga sempre più spesso all’interno di quegli ambienti che dovrebbero essere del tutto estranei ad azioni contrarie alle norme stabilite, ma dove in effetti dette norme trovano molteplici spazi di reinterpretazione a proprioi uso e consumo.
Non è vero infatti, che non è possibile agire contro chi gestisce ed amministra il Paese perchè “tanto comandano loro...”. “Loro” comandano (...) e fanno come gli pare, perchè i circa 40milioni di adulti italiani in condizione di verificare i comportamenti di pochi eletti, non fanno nulla in questo senso.
Riappropriarsi del proprio ruolo di verificatori, non scendere a compromessi con le istituzioni, non concedere tregua ad eventuali azioni illegali, è il “dopo lavoro” di ogni Italiano per bene. Un lavoro non retribuito economicamente, ma che farebbe guadagnare ad ognuno una ricchezza senza precedenti ed una consapevolezza maggiore di ciò che è – in ogni caso – la nostra preziosissima esistenza.
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