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Commento di Riccardo Specchia

su La Rete: vetrina o fabbrica? Intervista a Michele Mezza


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Riccardo Specchia Riccardo Specchia 17 febbraio 2011 13:14

Ho avuto la fortuna di conoscere l’intervistato durante il mio periodo maggiorenne di approccio alla rete. E’ bello conoscere persone che solo nel 2003 ti raccontano ciò a cui andiamo incontro. Ed era bello per noi, "gregge" di studenti, strofinarci gli occhi e dire: nooo non può essere ... Il prof. sta delirando. 

Dopo ben 8 anni sulla nostra pelle, chi come vetrina chi come fabbrica, abbiamo capito che queste previsioni non solo si sono avverate ma, a ritmo incalzante, sono subentrate nello scacchiere strategico ed economico di ogni stato (eccezion fatta per gli stati vecchi)... 
La letteratura su questo argomento è sempre crescente. Nascono riviste completamente incentrate su discorsi a "banda larga" (Wired). La velocità di Paul Virilio, il dromologo francese, diventa il parametro del fuori o dentro una notizia/evento, quindi di chi espone in vetrina e chi invece crea in fabbrica.
Quanto è più veloce e dentro una notizia un turista giapponese che con il suo telefonino riprende un disastro aereo o una rivoluzione di piazza, al contrario di un giornalista che muove lento la sua troupe per poi scendere a compromessi e comprarsi il filmino dal giapponese? 
"Sono le news bellezza", è quel libro che consapevolmente diventa "vecchio" quando è ancora in stampa. 
Questo l’autore lo sa da sempre ma, in questa FABBRICA, ci vorrà pure un "sindacato" che ci guidi e ci metta in guardia dal subire senza reagire. 

Complimenti al prof. Mezza e a Grazia Gaspari 

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