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Commento di

su Liceo Orazio, Fini incontra gli studenti: "Non ci saranno ribaltoni"


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10 dicembre 2010 00:46

Buongiorno Signor Carlo,

lei chiede lumi sulla “controriforma”, ma ne parlano i media da 2 anni ed il significato dovrebbe essere chiaro anche a lei che, mi sembra, non sia a digiuno d’ informazione. In sintesi la situazione è la seguente:

Scuola e università: la controriforma Gelmini cancella i diritti e privatizza l’istruzione. Ricordiamo che la controriforma voluta dalla Gelmini ha cancellato nel comprato scuola 150 mila posti in tre anni, ha previsto l’espulsione in massa dei precari, ha cancellato numerose materie, classi e sezioni a danno dei lavoratori, degli studenti, dei genitori e della stessa didattica.
Per quanto riguarda l’università, invece, ha tagliato drasticamente i fondi alle università pubbliche facendo così aumentare in maniera indiscriminata le tasse universitarie, ha soppresso numerosi corsi di laurea, ha penalizzato i ricercatori e gli assegnisti inventandosi nuove modalità di assunzione che non colpiranno per nulla i baroni e i baronati ma creeranno ulteriore confusione all’interno del sistema universitario.

Ora se l’attuale governo ha questa idea dell’utilizzo del fondo pubblico, la possibilità di una privatizzazione dell’ istruzione nasconde un altro gravissimo pericolo, e cioè quello di minare il Diritto allo studio previsto dalla Costituzione italiana. In tal senso un ripasso credo non faccia male a nessuno:

Articolo 3 della Costituzione:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. 

Art. 33.

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

È prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti leggi dello Stato.

Art. 34.

La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Lei ha letto il DDL 133? In merito a soli questi 3 articoli mi pare evidente l’incompatibilità della controriforma Gelmini con la Costituzione italiana.

Riguardo l’assemblea con Fini, non c’ero, io al suo posto non ci sarei andato, forse mi sarei vergognato davanti a quello stesso specchio!

Concludendo questa piccola, ma ritengo accorata e competente (scusi l’immodestia), replica non mi stancherò mai di ribadire che la scuola è il diritto massimo per una vita mlgliore e che se la si uccide si uccide il futuro del nostro, nonostante tutto, amato Paese.

saluti
Giorgio


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