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Commento di Paolo Calabrò

su In difesa di Pontifex


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Paolo Calabrò Paolo Calabrò 1 settembre 2010 17:36

Gentile Enrico Usvelli,
provo a rispondere brevemente punto per punto alle Sue spiegazioni, precisando che lo spirito è sempre lo stesso: non cioè quello di difendere, bensì di comprendere. Forse il titolo dell’articolo può esser fuorviante a questo proposito: nessun partito preso, dunque; se non per la libertà d’opinione.
Ordunque:
1) Se Pontifex ha commesso reati, se ne interessi la magistratura;
2) Pontifex non parla a nome della Chiesa (come giustamente Lei rileva, la Chiesa dovrebbe in primo luogo accreditarlo come proprio portavoce), ma sostiene di operare per la propaganda della vera fede (ambizione che era già di Agostino). I redattori lo fanno a proprio nome e sfidano chiunque a scovare eventuali errori rispetto al Magistero. Si fondano sulla forza dell’autorità della Chiesa, della quale commentano il dettato. Non si ritengono detentori di saperi speciali né portatori di virtù morali particolari, né portavoce ufficiali di chicchessia.
3) Il dialogo è una possibilità (e io credo una necessità), ma non un obbligo. Non si può costringere al dialogo chi non vuole dialogare. E allora? Come ho segnalato, io ho scritto anche a loro sfavore, e anche sul loro sito, senza incorrere in alcuna censura (ultimamente hanno dato un giro di vite alla regolamentazione: ora i commenti vengono moderati, e vengono cancellati quelli apertamente oltraggiosi o fuori argomento; prima semplicemente era proibito inserire link esterni al sito). I commenti su Pontifex contrari alla redazione sono tanti e tali che una volta un utente ha osservato: “sembra che questo sito venga frequentato più dai detrattori che dai sostenitori”. Il sito è pieno di commenti sfavorevoli, ben visibili in quasi tutti i post. (A tutti coloro che si ritengono vittime della censura di Pontifex: si apra un blog - è gratuito - in cui si postano i commenti censurati da Pontifex. Si avrà così una percezione reale della portata della censura operata).
In conclusione: se, come Lei dice, sono state imbastite “tutte una serie di accuse non vere”, allora si denuncino puntualmente le falsità, a beneficio della verità e dell’informazione.
C’è chi li ritiene oscurantisti, mentre loro ritengono malsana quest’epoca. Ho già preso abbastanza le distanze da poter affermare qui che - al di là anche del modo di esprimersi - tutti i torti non credo che ce li abbiano.
Grazie per l’attenzione


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