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Commento di Silvia De Marino

su Nuove intimidazioni per Saviano: la fallimentare teoria del colpirne uno per educarne cento


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Silvia De Marino Silvia De Marino 1 settembre 2010 13:34
Caro anonimo,

Non è dalle parole che si deve ripartire, e neppure dal merito. Mi spiace dissentire con quanto Lei ha scritto, ma credo che si debba ripartire da una politica che non sia alla mercè di questi delinquenti. Si dovrebbe ripartire dal rendere la legalità conveniente per quelle migliaia di cittadini che trovano nel sistema mafioso l’unico modo di sopravvivere economicamente in questo Paese.

"Non è con le cornacchie che si fanno le intimidazioni.", Lei aggiunge.
E con cosa? Scorgo da parte Sua una certa padronanza del linguaggio mafioso che personalmente mi inquieta abbastanza. Tra l’altro, se mai fosse vero che quelle cornacchie non fossero un avvertimento per Saviano, dovremmo gioirne tutti: Saviano è uno scrittore che racconta la verità dei fatti, non è minimamente concepibile che in uno Stato di diritto come il nostro questo si debba fare a rischio della vita.

"Quante sono le croci vere con nomi veri di uomini e donne "soppressi" dalle mafie?"
Potrei farle migliaia di nomi, sfortunatamente.
Gliene dico uno su tutti, Silvia Ruotolo, assassinata l’11 giugno del 1997 a Napoli, mentre stava rientrando a casa, a poco più di 2 km da dove ho vissuto per 18 anni.

La prego di avere nel futuro maggior rispetto per le persone, piuttosto che quello per le parole. 
In primis perché ricordare vuol dire imparare dal passato, e io non voglio più proiettili vaganti per le strade della mia città. Non voglio più persone che neghino la realtà dei fatti: le mafie esistono, le vittime anche.
In secundis, perchè, vede,avere rispetto per le persone, automaticamente La porterà ad avere rispetto per le parole vorrà destinare loro.

Grazie comunque per il Suo contributo,
Silvia DM



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