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Nuove intimidazioni per Saviano: la fallimentare teoria del colpirne uno per educarne cento

Nuove minacce dalla camorra per Roberto Saviano: venti carcasse di volatili trovati sulle spiagge di Sabaudia dove lo scrittore era stato qualche giorno prima.

Si è brancolato un po’ nel buio. Poi, si è malauguratamente fatto due più due.

A Sabaudia, nel Lazio, sono state rinvenute venti carcasse di cornacchie sparse per la spiaggia; i corpi dei volatili distanziati l’uno dall’altro circa trenta metri.

Un’opera premeditata secondo gli inquirenti, non c’è casualità.

Le braccia (per ora) senza nome hanno compiuto questo gesto per intimidire non già un magistrato, rievocando i tristi giorni dell’attentato al il tritolo sulle scogliere dell’Addaura, ma uno scrittore, ben più pericoloso individuo.

Per esattezza lo scrittore Roberto Saviano che pochi giorni prima si era concesso una mezza occhiata al mare, (presumibilmente la prima da lungo tempo, cosa di cui siamo colpevoli noi tutti) e che poi il 23 agosto s’è visto oggetto di questa operazione intimidatoria.

La camorra è da un po’ che sta tribolando: “Gomorra”, in effetti, proprio non l’hanno digerito.

E ora che l’Italia sembra abbia aperto gli occhi in questa notte triste e osserva, parla di camorra a cena, riconosce attorno a sé segnali che dapprima ignorava, discute di Spatuzza, dei Graviano, dei Casalesi, non possono che cominciare la propria opera intimidatoria.

Del resto, una vecchia frase di Mao Zedong, ripresa poi anche dai fascisti, era “colpirne uno per educarne cento”.

Bene, vorrei notificare a questi anonimi che il fascismo è caduto, e anche in malo modo. Quei cento che avrebbero dovuto imparare e abbassare la cresta hanno poi appeso il dittatore a piazzale Loreto. (Non che condivida lo scempio di un corpo in pubblica piazza, per quanto colpevole di gravissime infamità, ma rende l’idea del collasso di quel sistema.)

Non funziona, gente.

Non crederete davvero che minacciando Saviano allora la gente non parlerà più di camorra, vero? No, perché mi spiace deludervi ma io continuerò a parlarne, per dire.

Continuerò a fare nomi, cognomi, a leggere, informarmi, e se possibile continuerò ad informare: ho prestato una copia de “La bellezza e l’inferno” dal mio panettiere, ai miei colleghi di università; ho parlato con il mio vicino di ombrellone della situazione in Lombardia, della spartizione dell’affare Expo e ricostruzione dell’Aquila, del porto di Napoli.

Vedete, la “meraviglia” che tanto trepidanti attendete svanisca non può essere svanire per via del passaparola generale che la conoscenza della verità ha innescato. 

Ed è inutile cominciate a preoccuparvi del fatto che Saviano vada o non vada in tv, che scriva o non scriva il suo nuovo libro; vedete, care (in effetti, manco poi tanto) braccia senza nome, la verità non la potete controllare, la gente non la potete zittire. E l’ultima cosa da fare perché una cosa non si faccia è vietarla.

Insomma, il colpirne uno per educarne cento è - una - fregatura, sorry!

Poi, vi dirò, in una riflessione ancora più generale la vita dei camorristi deve fare proprio pena: vivere in bunker nascosti come topi, affidandosi alla protezione di sedicenti amici (collusi o ricattati?), senza vedere la propria famiglia per mesi, anni, in nome di un profitto che cola sangue delle vittime del terremoto in Abruzzo, delle migliaia di giovani dipendenti da sostanze stupefacenti, delle donne sfruttate e delle terre avvelenate; ma, dico io, è vita questa?

Ve la prendete con gli scrittori, proprio voi, criminali addestrati a dimenticare il nome delle proprie vittime, che tra un assassinio e l’altro andate al bar a prendere un caffè e ascoltate struggenti canzoni neo-melodiche? Proprio voi, che potete contare su patrimoni immensi e protetti da leggi favorevoli (vedi scudo fiscale) avete bisogno di gesti così eclatanti per far sentire alla gente che ancora potete ciò che volete?

Allora lo vedete che c’ho ragione io? Qualcosa s’è incrinato sul serio!

Daje, su, siete arrivati addirittura a dover prendere degli uccelli, dei pennuti, assiderarli in un congelatore, trasportarli in buste frigo (magari esselunga?) e poi piazzare queste bestioline -suppongo nottetempo- su una spiaggia calcolando trenta metri di distanza le une dalle altre!

State inguaiati, fatevelo dire.

Sempre con Saviano. Oggi, forse pure un po’ di più.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.50) 29 agosto 2010 13:27

    solo 5 commenti ad un articolo così spontaneo e veritiero fa capire che gli italiani non si rendono conto di cosa sta succedendo nel proprio Paese.
    Si millanta di aver inferto colpi mortali alle mafie ma intanto fioccano a tutto spiano le intimidazioni a chi veramente le combatte
    Vedi minacce a 1) magistrati calabresi , 2) Saviano , 3) agenti delle forze dell’ordine altamente qualificati in sicilia ,t rasferiti perchè è stata svelata la loro identità.
    Questo governo del fare fa veramente paura.

    • Di Silvia De Marino (---.---.---.180) 1 settembre 2010 13:06
      Silvia De Marino

      Ciao!


      Concordo con quanto hai scritto: purtroppo molto spesso si tende a confondere l’operato delle forze dell’ordine -che si spera agiscano contro le mafie indipendentemente dal colore politico del ministro degli interni-, e quanto invece fatto dal governo contro le organizzazioni criminali.

      Fatti inquietanti stanno accadendo ultimamente, e non c’è dubbio che occorre svegliare un po’ quella parte di italiani intorpidita dal ronzio di una televisione monocorde e dalla convinzione che questo Paese meriti sempre i meno peggio. Mai il meglio.

      Grazie per il tuo contributo,
      Silvia DM
  • Di Gloria Esposito (---.---.---.34) 29 agosto 2010 14:34
    Gloria Esposito

    Grande Silvietta! :) E’ giustissimo quello che dici.
    Per non parlare non della malavita ma delle persone "perbene" che per un non meglio definito principio di libertà di critica continuano a spulciare la vita di Saviano per trovare delle "incoerenze" neisuoi comportamenti. A loro vorrei dire: prima di criticare o giudicare provate a vivere come lui.
    Anche quello secondo me lo distrugge lentamente...
    Speriamo che un giorno Roberto Saviano possa farsi un bagno decente, anche senza scorta. Quel giorno l’Italia sarà un pò più libera, felice e giusta.
    Baci

    • Di Silvia De Marino (---.---.---.180) 1 settembre 2010 13:18
      Silvia De Marino

      Grandissima tu, Glorietta!!!!


      Concordo, ci sono persone che tendono ad emettere facili giudizi e sbrigativi disappunti.
      Personalmente oltre a ritenere ingiusto il fatto che Saviano viva una vita blindato, ritengo anche che se ciò accade è per colpa non solo di quelle migliaia di Italiani che dal sistema camorristico guadagnano e ne risultano quindi collusi; ma anche di larghissima fetta di popolazione che ritiene strutturali gli affanni di questo Paese. Come fossero irreversibili.

      Saviano, come ogni uomo ancor prima che come ogni scrittore, deve poter essere criticato in qualche modo, prima che la sua storia infici sul suo operato.
      Ma il punto non è la liceità del giudizio, quanto l’opportunità: ovvero, se sappiamo -come sappiamo- che dalla sua reputazione e dall’appoggio che la gente comune gli manifesta egli trae la sua massima protezione, è proprio necessario additargli le proprie contraddizioni (ovvie e purtroppo fisiologiche, essendo un ragazzo!) ?
      E’ proprio necessario, opportuno, corrodere la stima che una buona parte di cittadinanza prova nei suoi confronti, isolandolo, costringendolo a doversi difendere da attacchi sempre meno sul merito di quanto scrive e piuttosto volti a danneggiarne l’immagine?

      Criticare una persona è sempre lecito, nei limiti del rispetto; con lui si pone un problema che dovrebbe toccare le coscienze di tutti: è OPPORTUNO che si critichi nei modi in cui si è fatto? O forse sarebbe più interessante e costruttivo per la libertà di questo Paese, di cui giustamente parli tu, che si discutesse di quanto lui descrive piuttosto che di altro?

      Comunque Saviano può contare su (almeno) due guerriere! (e che guerriere!!!)

      Un abbraccio Glorié, e grazie del tuo commento!
  • Di pv21 (---.---.---.216) 29 agosto 2010 19:46

    Quante sono le croci vere con nomi veri di uomini e donne "soppressi" dalle mafie? Non è con le cornacchie che si fanno le intimidazioni. Quanti sono quelli che ogni giorno vengono "educati a sopravvivere" in un sistema socio-economico governato dalle mafie? Servirebbe ricominciare a dare significato e senso a Parola e Merito ... 

    • Di Silvia De Marino (---.---.---.180) 1 settembre 2010 13:34
      Silvia De Marino
      Caro anonimo,

      Non è dalle parole che si deve ripartire, e neppure dal merito. Mi spiace dissentire con quanto Lei ha scritto, ma credo che si debba ripartire da una politica che non sia alla mercè di questi delinquenti. Si dovrebbe ripartire dal rendere la legalità conveniente per quelle migliaia di cittadini che trovano nel sistema mafioso l’unico modo di sopravvivere economicamente in questo Paese.

      "Non è con le cornacchie che si fanno le intimidazioni.", Lei aggiunge.
      E con cosa? Scorgo da parte Sua una certa padronanza del linguaggio mafioso che personalmente mi inquieta abbastanza. Tra l’altro, se mai fosse vero che quelle cornacchie non fossero un avvertimento per Saviano, dovremmo gioirne tutti: Saviano è uno scrittore che racconta la verità dei fatti, non è minimamente concepibile che in uno Stato di diritto come il nostro questo si debba fare a rischio della vita.

      "Quante sono le croci vere con nomi veri di uomini e donne "soppressi" dalle mafie?"
      Potrei farle migliaia di nomi, sfortunatamente.
      Gliene dico uno su tutti, Silvia Ruotolo, assassinata l’11 giugno del 1997 a Napoli, mentre stava rientrando a casa, a poco più di 2 km da dove ho vissuto per 18 anni.

      La prego di avere nel futuro maggior rispetto per le persone, piuttosto che quello per le parole. 
      In primis perché ricordare vuol dire imparare dal passato, e io non voglio più proiettili vaganti per le strade della mia città. Non voglio più persone che neghino la realtà dei fatti: le mafie esistono, le vittime anche.
      In secundis, perchè, vede,avere rispetto per le persone, automaticamente La porterà ad avere rispetto per le parole vorrà destinare loro.

      Grazie comunque per il Suo contributo,
      Silvia DM


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