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Commento di reza

su Alcuni pregiudizi da sfatare


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reza 6 gennaio 2009 16:29

Articolo è pieno di bugie e ommissioni ed è scritto solamente con intenzione di coprire il torto marcio di Israele sulla Palestina in generale e su hamas in particolare .

Intanto sin da quando Hamas ha vinto le elezioni per cui a Hamas sarebbe toccato formare l’esecutivo cioé il governo della autonomia palestinese divisa in due parti da Israele cioé Gaza e Cisgiordania, Israele "democratico!" e l’America "democratica!" hanno agito piuttosto da golpisti che da democratici perché Israele ha dichiarato Gaza dove Hamas ha pià seguito popolare "entità terrorista" prim’ancora dell’insediamento vero e proprio del governo di legittimo primo ministro palestinese Ismail Haniya, mentre l’America corrompendo Abu Mazen ed armando la sua mano e i suoi seguaci fino ai denti, ha di fatto dato luogo a dividere definitivamente l’autonomia paletinese e far si che il governo di Hamas non abbia potere in Cisgiordania ma solo a Gaza.
Hamas aveva vinto in tutta la Palestina ma chi non ha voluto che i palestinesi abbiano un governo unico ed islamico sono stati Israele e l’America di Bush e dei neocons che sono in guerra con l’Islam.
Per quanto riguarda l’assedio israeliano a Gaza , è inutile che lei con le sue bugie cerchi di gettare acqua pulita sullo sporco operato di israele, poiché di fronte a poche "concessioni" israeliani di far arrivare gli aiuti umanitari a Gaza esiste illeggittimità stessa dell’assedio che per ben tre volte è stato condannato dall’ONU.
L’illegale assedio di Gaza ha causato la morte (300 in un anno e mezzo di assedio) anche per le malattie semplici ed un Popolo che si trova sotto assedio ha diritto di organizzarsi per il futuro perché dall’assedio si capiva che Israele ha l’intenzione di distrugere il leggittimo governo di Hamas quindi, se i palestinesi si sono armati hanno avuto il sacrosanto diritto di farlo poiché, nel fratempo, Israel ha ricevuto molitisimi armi dall’occidente, armi che ora sta usando contro un Popolo sotto assedio che non ha la possibilità di difendersi se non in piccolo perché Israele usa i bombradamenti aerei e quelli di artiglieria pesante mentre Gaza e la sua popolazione non ha nno né difesa antiaerea né rifiugi anti bomradamento per proteggere i civili da questo crimine che lei sta cercando di far passare come un fatto "normale" riferendosi a varie guerre in atto senza prendere in considerazione che la Convenzione di Ginevra vieta questo metodo usato da Israele interamente.
Secondo il diritto internazionale e le convenzioni internazionali sulle guerre , tra cui la Convenzione di Ginevra, l’attacco israeliano a Gaza non è una "difesa" come lei, i media corrotti e filo isareliani nonché politici filo israeliani in occidente cercate di sostenere, si tratta invece di PUNIZIONE COLLETTIVA perché bombardare una zona abitata come Gaza che è completamente privo di difesa rispetto ai bombardamenti israeliani è un crimine di guerra.
Non a caso quasi tutti i morti palestinesi, oggi raggiunti la cifra di 573 tra cui 74 bambini, sono civili innocenti che non hano niente a che fare né coi lanci di razzi verso Israele né con la controversia bellica che Israele ha scelto di impostare ai suoi rapporti con Hamas.
In realtà la situazione attuale è un colpo di coda all’ultimo momento di quello che io sin dall’2001 chiamo il neonazifascismo che è composto dai sionisti+neocons+wahabiti cioé dai padroni di Alqaeda e delle guerre in atto dall’Afghanistan sino all’Iraq, Libano e Palestina contro i movimenti islamici autentici e non terroristi che compongono la RESISTENZA ISLAMICA di fronte all’impero neonazifascista di America+Israel+ governi arabi corrotti come quelli delll’Arabia saudtia, Girodania e l’Egitto dietro ai quali corrono da servi alcuni governi europei.
Israele non è dalla parte della ragione se non di quella contorto di media e politici corrotti che fanno parte dell’internazionale neonazifascista di cui Israel stesso è il cuore e questo internazionale criminale è in guerra contro i popoli che hanno scelto l’Islam perché sono musulmani, movimento di cui l’Iran è il cuore e di cui Hamas e Hezbollah fano parte la dove Israele cerca di affondare ulteriormente la sua nefast presenza cioé in Palestina e in Libano.
Israele sceglie la propaganda e la disinformazione, vieta la presenza ed entrata dei giornalisti a Gaza e sceglie i momenti di distrazione per le sue guerre criminali ; gli israeliani e gli americani fanno le loro guerre nei periodi di vacanza – il Libano durante le vacanze estive, nel 2006, idem la Georgia nel 2008 – ed oggi sotto Natale, perché ?
Perché hanno bisogno dell’egoismo degli occidentali per comprire i loro crimini e perché le loro guerre sono illegali, per niente leggittimi e condannabili dal diritto internazionale specialmente per mancanza di rispetto dei diritti umani: GENOCIO IN ATTO A GAZA NE’ E’ TESTIMONE.

Quelle bugie che lei qui ha elencato sono solo il seguito della propaganda sionista che intende cancellare totalmente ogni possibilità all’opinione pubblica occidentale di sapere cosa è realmente il conflitto israelopalestinese, limitando le informazioni alla pura disinformazione sul caso dove per sempre i palestinesi devono restare ad occupare il ruolo dei "cattivi" e gli israeliani il ruolo dei "buoni", mentre le vittime di questo sporco gioco sono massicciamente i palestinesi, indifesi e senza diritto ai quali viene negato ogni possibilità di uscire dallo "status" loro imposto dall’occidente coloniale con la "Dichiarazione di Balfur" che mise su la prima pietra di questo scempio di etica e di diritto quale è lo stato usurpatore e criminale di Israele che è di fatto un stato razzista e di aparthaid.

Lei qui sta fecendo la disinformazione e questo non è nuova da parte dei sostenitori di regime di aparthaid di Israele sionista e razzista nonché criminale che continua ad organizzare crimini contro l’umanità in piena impunità grazie ai ripetuti veti a suo favore degli Stati Uniti d’America che finora hanno bloccato una novantina di risoluzioni ONU che se passavano sicuramente avrebbero potuto limitare i crimini israeliani contro i palestinesi, e ttuto ciò è reso possibilie anche per la propaganda sionisata che si svolge attraverso i media in occidente.
Il Glasgow Media Group, una rete di accademici e ricercatori britannici che si occupa da oltre un trentennio di monitorare i media del Regno Unito, ha pubblicato nel 2006 un interessante testo di analisi sulla copertura che i media inglesi e scozzesi hanno dato al conflitto israelo-palestinese. 

Ecco i risultati salienti della ricerca diretta da Philo e Berry

1) Sul piano della percezione delle notizie nei tg monitorati, gli spettatori intervistati si sono detti confusi nella ricezione dell’insieme del conflitto mentre allo stesso tempo hanno assimilato chiaramente gli argomenti e i linguaggi espressi nei comunicati ufficiali del governo israeliano. Questo anche a causa del fatto che, mediamente, gli israeliani sono stati intervistati oltre il 100% in più delle volte rispetto ai palestinesi e in un contesto di interviste più chiaro e approfondito.

2) Nell’insieme delle cronache e dei commenti è largamente maggioritaria la presenza dei commenti ufficiali del governo di Israele. Sul primo canale della BBC è stata norma intervistare due israeliani ogni palestinese. A supporto delle tesi israeliane sono stati intervistati una serie di parlamentari Usa apertamente a favore di Israele. Quest’ultima categoria di intervistati sulla questione israelo-palestinese è apparsa su BBC one più di qualsiasi altro parlamentare non britannico sullo stesso tema e in misura almeno due volte superiore a quella di qualsiasi parlamentare britannico intervistato sul tema.

3) Un altro grande fattore di confusione, per gli spettatori intervistati, è stata l’assenza di contestualizzazione storica del conflitto israelo-palestinese. Di conseguenza, buona parte degli spettatori britannici non sapeva neanche “chi” stesse effettivamente occupando i territori occupati, se gli israeliani o addirittura i palestinesi. Praticamente nessuno sapeva che gli israeliani controllano acqua e risorse dei palestinesi. Diversi spettatori intervistati credevano che i palestinesi volessero occupare territori israeliani facendogli fare la fine dei “territori già occupati dai palestinesi”

4) Siccome non è presente nessuna ricostruzione storica degli eventi, la tendenza dei telespettatori intervistati è di concepire gli eventi come “iniziati” con l’azione dei palestinesi. Quindi praticamente qualsiasi battaglia o incidente in corso viene concepito dai telespettatori come iniziato dai palestinesi con successiva risposta israeliana. Gli storici del futuro avranno così enormi problemi a sostenere tesi differenti da questa versione, ormai implementata nella percezione generale dello scontro israelo-palestinese. Come dice un ventenne intervistato dal Glasgow Media Group “pensi sempre che i palestinesi siano gente aggressiva dopo quello che hai visto in tv”.

5) Nella costruzione delle notizie gli insediamenti dei coloni sono sempre rappresentati come comunità vulnerabili piuttosto che come istituzioni che hanno un ruolo decisivo nell’occupazione dei territori. Come riportato da Bad News from Israel i coloni occupano il 40% del West Bank. La grande maggioranza dei telespettatori intervistati non solo non aveva alcuna idea di questa percentuale ma si è sempre rappresentata gli insediamenti di coloni come quella di piccoli gruppi isolati entro un enorme territorio palestinese.

6) Una netta differenza di enfasi nella rappresentazione delle morti israeliane rispetto a quelle palestinesi (che, durante la seconda intifada, sono state almeno tre volte superiori a quelle israeliane). Nella settimana del marzo 2002 in cui più alto in assoluto è stato il numero dei decessi palestinesi è stato dato comunque più spazio, in termini di minuti e di rilievo della notizia, alle morti israeliane. I termini quali “macelleria”, “atrocità”, “brutale assassinio”, “selvaggio omicidio a sangue freddo” sono stati usati per definire solo omicidi di cittadini israeliani e mai, in nessun caso statistico quindi, per definire l’uccisione di palestinesi. Per i bambini palestinesi, come abbiamo visto, c’è il metodo di definirli come vittime del fuoco incrociato. Originato dai palestinesi. Diversi telespettatori intervistati sulla percezione del fenomeno mediato dalle news hanno detto che “le vittime israeliane sono in numero almeno cinque volte superiori a quelle palestinesi”. Un sovvertimento della realtà statistica di tipo spettacolare.

Gli impressionanti risultati di questo lavoro di Philo e Berry mostrano una copertura mediale di applicazione fatta di disinformazione e propaganda lunga due anni e coestensiva con tutta la fase acuta della seconda intifada. E stiamo parlando della BBC, un media che, anche in questi anni, ha saputo mantenere caratteri di indipendenza essendo risultato per questo estremamente sgradito al governo Blair prima, dopo e durante l’invasione dell’Iraq del 2003, appena un anno dopo i fatti rilevati dal Glasgow Media Group. La BBC nel caso israelo-palestinese, ovviamente per decisione congiunta tra piano politico istituzionale e quello mediale editoriale che non è stata così salda sulla questione Iraq, rappresenta quindi un modello di come queste tattiche di costruzione della notizia possano applicarsi sistematicamente e con pieno successo alla disinformazione e alla propaganda in materia di comprensione del conflitto, di rapporti di forza tra le parti e la sostanza delle posizioni politiche, toccando persino la stessa comprensione geografica della zona e la proporzione del numero di morti tra gli schieramenti.
Questo genere di tattiche, di cui il testo di Philo e Berry rappresentano eloquente capacità di comprensione, non è però isolabile al solo conflitto israelo-palestinese. Si tratta infatti di un corpo di applicazioni mediali in materia di disinformazione e propaganda che, pur essendosi formate durante gli anni ’80 nel mondo occidentale (si veda la vicenda della copertura mediale della guerra delle Falkland), trovano una diffusione e una legittimazione globale nel periodo della prima guerra del golfo all’inizio degli anni ’90. La caduta del muro di Berlino ha avuto come conseguenza anche l’unificazione della comunicazione televisiva e, con la guerra del Golfo del ’91, questo genere di tattiche ha trovato una legittimazione nel sistema mediale del nuovo mondo delle comunicazioni. L’applicazione al caso israelo-palestinese da parte della BBC non rappresenta quindi l’anomalia ma la norma di un genere di tattiche di costruzione del reale da parte del media mainstream ufficiale di tipo occidentale. Che a partire dall’inizio degli anni ’90 si è costruito come egemonia e norma linguistica delle infrastrutture tecnologica di senso delle comunicazioni globali. 



 


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