Vorrei far notare all’anonimo commentatore che tutte le forme di intervento pubblico sulle imprese concorrono a disegnare la totale mancanza di progettualità aziendale.
Non
esistono lavoratori buoni o lavoratori cattivi, semplicemente
esistono
aziende nate con profili esclusivamente assistenziali e speculativi che
vanno alla ricerca continua, assieme agli sponsor politici, di
situazioni da adoperare quali ricatto
verso gli enti (nel caso specifico, la Provincia di BN) e pretendere
continue sovvenzioni o utilità diverse, con il metodo del capitalismo
predatorio italiano, quello delle scatole cinesi.
Il
ministro Scaiola ha dato al ministero diretto fino a poco tempo fa un
profilo di attività esclusivamente impostato a quanto sopra descritto.
Ne
conosciamo bene la visione fin dai tempi in cui questi era delfino di Taviani; la
differenza tra allora ed oggi - che fa risaltare l’inadeguatezza di
quel modello - è tutta contenuta nella "moneta".
Quando Taviani mise
in atto procedimenti quali quelli oggi usati da Scaiola, la moneta
italiana era la lira, il governo ne determinava la quantità di
immissione sul mercato e ne governava i flussi bancari essendo
controllore del sistema.
Dopo il Dpr 350 del 27 giugno 1985 firmato dal Presidente della
Repubblica più amato dagli Italiani che dopo pochi giorni si dimise,
tutto è radicalmente cambiato in previsione dell’immissione della moneta
comune sui mercati.
Quel
decreto, privatizzando le banche, indicava anche che non sarebbero più
state sotto il controllo dello Stato, ma della Banca d’Italia poco dopo privatizzata
anch’essa ed oggi, della B.E.I.
Concludendo può certamente dirsi che
la situazione non offre oggi alternative di sorta ad un peggioramento
sempre più accentuato del sistema industriale divenuto ormai incapace di
progettare profili industriali corretti e sostenibili: ne è un clamoroso esempio la Telsey e le vicende che la vedono protagonista.
L’unica
soluzione- altro che "diventiamo tutti imprenditori da strapazzo" come
dice il vile commentatore - difficilmente percorribile per mancanza di
preparazione,
sarebbe una ri-statalizzazione delle vere imprese degne di questo nome, quelle cioè dotate di "valore
intrinseco" e con una identificazione di altissima
socializzazione.......
Ma i carrozzoni dei sindacati, ormai tutti di comodo e ai limiti della
illegalità in quanto vicini all’ideologia padronale, in quel caso,
che fine farebbero ?
L’esempio di CGIL, CISL ed il fiore spuntato ad hoc dell’UGT nella vertenza Telsey è stomachevole !
Rosanna Carpentieri