Lo scorso anno, parlando con una collega, mi sono reso conto di quanto, negli ultimi anni, si sia corroso il nostro potere d’acquisto; facevamo esempi di spesa e mettevamo a confronto le esperienze anche di nostri amici e parenti giungendo a quella conclusione.

Io, dieci anni fa, lavoravo a Trento e lei a Pisa, il nostro stile di vita era simile a quello attuale solo che ora molte cose che potevo permettermi allora adesso non posso più permettermele.

L’impoverimento della classe media non è una favoletta ma una dura realtà, che il nostro tele imbottitore tenta di nascondere.

La crisi ha accelerato una realtà che era, nel nostro paese, in essere già da qualche anno.

La colpa di questo stato di cose è trasversale.

L’attuale forza di governo tenta di nascondere le vere difficoltà del paese, nega la crisi prima e dichiara adesso che questa è passata.

La legge Biagi, nelle intenzioni del suo ideatore, doveva essere una misura per diminuire la disoccupazione, questa si è scontrata con la realtà italiana fatta di furbi e furbastri che hanno stravolto lo spirito della legge e creato, senza che il governo facesse un bel nulla per contrastarli, dei lavoratori usa e getta, con tanti doveri e zero diritti.

Siamo un popolo di sognatori.

Pensiamo, almeno molti credo che lo pensino, che un grande dirigente d’azienda, come il nostro amato leader, pensi più al benessere del povero cristo che al ritorno economico di una grande azienda.