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Commento di Elia Banelli

su Videocracy: l'Italia di Berlusconi trent'anni dopo


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Elia Banelli 7 settembre 2009 16:28

X Massimo: non è affatto semplicemente un documentario che vuole "ricordare trent’anni di televisione".... 
Non so se ha avuto l’occasione di vederlo, ma il senso è molto più articolato. 
SI tratta soprattutto della "degenerazione" che la tv commerciale ha prodotto sulle menti, sulla cultura e nel sistema di valori ai quali si dovrebbe ispirare un popolo. 
La "TV" ha non solo sfornato personaggi impresentabili, come i Corona, i Lele Mora, ecc..., persone ricche e facoltose che hanno costruito una carriera sul nulla, ma ha plasmato molte coscienze, facendo credere alle persone comuni che i modelli da seguire siano il successo, essere famosi, fare soldi, apparire (Lele Mora dice nel film "alla gente basta apparire"). Così come quel ragazzo che non si accontenta di un lavoro normale, una vita tranquilla, famiglia, affetti, amici, ma va a fare il cretino in tv per ottenere celebrità. Così come le ragazzine che aspirano ad un ruolo da velina per sposare poi un calciatore...
Non c’è dubbio che negli anni 80 la tv commerciale ha presentato un modello alternativo, contro la censura ed il perbenismo dominante della Rai, ecc.. ecc.... Ma a distanza di trent’anni quell’esigenza primaria di vedere tette e culi dappertutto a cosa ci ha portato oggi?
Al disprezzo per la cultura, in tutte le sue forme, al disimpegno politico e civile, all’individualismo esasperato, alla mancanza quasi totale di informazione ed una enorme difficoltà ad approfondire qualsiasi tema non superficiale. All’idea che per raggiungere gli obiettivi non ci vuole impegno, sacrificio, senso del dovere, responsabilità, ma basta darla al produttore di turno, o cercare di farsi gli amici giusti solo per mero interesse e tornaconto personale.
Sono temi complessi e so che stiamo molto sintetizzando e banalizzando, ma se noi abbiniamo a questa degenerazione della tv commerciale, che ha trascinato con sè anche il servizio pubblico, il fatto che la proprietà di queste reti e la loro influenza è appannaggio di chi detiene anche il potere politico, ecco che "il regime" è completo. 

Sempre in Videocracy, viene intervistato il regista del Grande Fratello che dichiara che in concomitanza con le puntate di Porta a Porta gli viene imposto di anticipare la chiusura del programma mezz’ora prima per "trainare" il pubblico da casa nel salotto di Bruno Vespa, quando è invitato Berlusconi. 
La tv viene sapientemente manipolata, ad insaputa di molti, per dirottare il consenso.
E’ questo intreccio perverso il velo di maya che ci rende davvero ottusi e incapaci di reagire a questo sistema, anzi lo accogliamo, lo giustifichiamo nel migliore dei casi, nel peggiore lo subiamo senza rendercene conto. 
Lei ha detto, ben venga una tv che si occupi di temi importanti, ecc..., ma non c’è e quindi ci teniamo Mediaset, ecc...
Bene, vorrei farle solo una domanda: lei conosce il caso Europa 7?


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