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Commento di Renzo Riva

su I nuovi siti nucleari


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Renzo Riva 1 agosto 2009 09:38

Caro Dani,
Di rigassificatori in Italia ce ne sono già troppi.
Se vuoi saperne di più fatti vivo all’indirizzo e-mail
[email protected]
Mandi,
Renzo Riva
349.3464656

Pubblicato Venerdì 10Luglio 2009 nelle lettere del Messaggero Veneto a pagina XVIII

http://en.wikipedia.org/wiki/List_o...

ENERGIA/1
Più di un dubbio
sulla necessità

C’è una tabella, i cultori della rete possono scaricar­la dal web, che riporta tutti gli incidenti di varia natura occorsi nel mondo e fra loro quelli industriali. Alla sua lettura sono basito per la su­perficialità con la quale gruppi d’interesse (lobby) di­vulgano ad arte le bugie e la disinformazione per orienta­re la percezione del pubblico destinatario delle loro in­formazioni.
Prendo a esem­pio il gas causa dell’ultimo di­sastro a Viareggio.
Il lettore nemmeno imma­gina di quanti disastri è re­sponsabile il gas e, fra i più recenti, cito l’impianto di liquefazione di Skikda in Alge­ria che nell’anno 2004 ha pro­dotto 29 morti e 74 feriti a se­guito dell’esplosione e del­l’incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio investigativo di una compa­gnia assicuratrice attribuì la causa a una fuga di gas liqui­do in fase di carico dalla tuba­zione di collegamento alla nave metaniera. Inoltre, lo stesso anno in Belgio, in fase di scarico un’analoga esplosione provocò la morte di 15 persone.
Storicamente si ri­corda, uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cleveland (Ohio) che nel 1941 produsse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fatto­rie e 79 case distrutte.
Comunque, in assoluto, quello che causò più morti accadde in Messico a St J. Ixhuatepec, nell’anno 1984 e fu dovuto all’esplosione di un grande serbatoio di stoc­caggio di Gpl; ci furono 500 morti, 2.500 feriti, 200.000 allontanati.
Ora proviamo a collegare questo incidente con gli impianti.di rigassificazione proposti a Trieste da Gas Natural nel vallone di Zaule e da Endesa off-shore nel golfo di Trieste.
Il terminal petrolifero del­la Siot di Trieste conobbe un attentato attribuito all’orga­nizzazione terroristica Settembre nero nell’anno 1972.
Quali rischi per Trieste in ca­so d’attentato o incidente al­le navi metaniere - oggi pos­sono trasportare fino a 253.000 metri cubi - attracca­te e ai rigassificatori? Bom­be termobariche semoventi?
Che bisogno c’è di rigassifica­tori in Italia quando dal pros­simo anno arriverà anche il gasdotto Nabucco? Dove si accumulano tanta energia e incuria accadono i più gran­di disastri: fra i vari, leggasi Vajont.
Renzo Riva
Energia e ambiente
Nuovo Psi Fvg
Buja

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Pubblicato

Il Gazzettino
 
Martedì 10 Marzo 2009
 
LA PAROLA AI LETTORI
 
Pagina 11 (PG 11)




Rigassificatore
tra costi
e rischi
Vorrei completare il quadro dato dal Signor Menegazzi di Venezia ne "La protesta". A Porto Viro è stato inaugurato in pompa magna il rigassificato­re. Orbene sanno il Signor Me­negazzi ed i lettori che paghe­ranno nelle bollette del gas i costi fissi di tale impianto an­che se non dovesse rigassifica­re neanche una molecola di gas? Questo per effetto del provvedimento dell’autorità per l’energia ed il gas in seguito alla sua deliberazione n. 178/2005 sui "Criteri per la de­terminazione delle tariffe per il servizio di rigassificazione" che al titolo IV sugli "Incentivi alla realizzazione di nuovi termina­li" e per le "Misure per incenti­vare la realizzazione e l’utilizzo di nuovi terminali" recita al se­guente articolo: 13.2 - II fattore correttivo di cui all’articolo 10, comma 10.3, è sostituito da un fattore garanzia, FG, che assi­cura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la coper­tura di una quota pari all’80% di ricavi di riferimento RL. Ta­le copertura è riconosciuta dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20 anni. La soprascritta delibe­ra fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale N. 193 del 20 Agosto 2005. Ecco l’effetto delle cosid­dette liberalizzazioni ispirate dalla solita filosofia: privatizzazione degli utili e socializzazio­ne delle perdite. In questo ca­so, come in tanti altri casi di malcostume economico, viene difatti abolito il rischio d’im­presa: in pratica viene abolita la "impresa" per sostituirla con apparati collaterali degni del capitalismo di Stato e del "diri­gismo economico" di triste me­moria. Ricordo che nel mondo ci sono solo 20 impianti di liquefazione e 190 navi metanie­re per 50 impianti di rigassifi­cazione di cui 4 negli Usa. Dei 50 impianti di rigassificazione una minima percentuale lavora all’80% della potenzialità mentre gli altri lavorano chi al 65%, chi al 50% e altri al 35%. Le navi metaniere sono già super im­piegate e perciò sarà molto probabile che anche Porto Viro seguirà l’andamento degli altri altri impianti. Ricordo tre inci­denti che fecero parecchi morti e danni nella fase di carico. L’impianto di liquefazione di Skikda in Algeria, nell’anno 2004, ha prodotto 29 morti e 74 feriti a seguito dell’esplosione e di un incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio investigativo di una compagnia assicuratrice attribuì la causa ad una fuga di gas liquido dalla tubazione di carico; o scarico del liquefatto. Belgio, in fase di scarico un’analoga esplosione provocò la morte di 15 persone sempre nell’anno 2004, e nei depositi. Uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cleveland (Ohio) che nel 1941 pro­dusse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fattorie e 79 case distrutte.
Il processo tecnologico di li­quefazione e di rigassificazione è un non-senso energetico oltre che economico come ebbi mo­do di dimostrare ad un conve­gno a Trieste il 12 Gennaio 2007.
Renzo Riva Buja(Ud)

 


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