Caro Dani,
Di rigassificatori in Italia ce ne sono già troppi.
Se vuoi saperne di più fatti vivo all’indirizzo e-mail
[email protected]
Mandi,
Renzo Riva
349.3464656
Pubblicato Venerdì 10Luglio 2009 nelle lettere del Messaggero Veneto a pagina XVIII
http://en.wikipedia.org/wiki/List_o...
ENERGIA/1
Più di un dubbio
sulla necessità
C’è una tabella, i cultori della rete possono scaricarla dal web, che riporta tutti gli incidenti di varia natura occorsi nel mondo e fra loro quelli industriali. Alla sua lettura sono basito per la superficialità con la quale gruppi d’interesse (lobby) divulgano ad arte le bugie e la disinformazione per orientare la percezione del pubblico destinatario delle loro informazioni.
Prendo a esempio il gas causa dell’ultimo disastro a Viareggio.
Il lettore nemmeno immagina di quanti disastri è responsabile il gas e, fra i più recenti, cito l’impianto di liquefazione di Skikda in Algeria che nell’anno 2004 ha prodotto 29 morti e 74 feriti a seguito dell’esplosione e dell’incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio investigativo di una compagnia assicuratrice attribuì la causa a una fuga di gas liquido in fase di carico dalla tubazione di collegamento alla nave metaniera. Inoltre, lo stesso anno in Belgio, in fase di scarico un’analoga esplosione provocò la morte di 15 persone.
Storicamente si ricorda, uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cleveland (Ohio) che nel 1941 produsse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fattorie e 79 case distrutte.
Comunque, in assoluto, quello che causò più morti accadde in Messico a St J. Ixhuatepec, nell’anno 1984 e fu dovuto all’esplosione di un grande serbatoio di stoccaggio di Gpl; ci furono 500 morti, 2.500 feriti, 200.000 allontanati.
Ora proviamo a collegare questo incidente con gli impianti.di rigassificazione proposti a Trieste da Gas Natural nel vallone di Zaule e da Endesa off-shore nel golfo di Trieste.
Il terminal petrolifero della Siot di Trieste conobbe un attentato attribuito all’organizzazione terroristica Settembre nero nell’anno 1972.
Quali rischi per Trieste in caso d’attentato o incidente alle navi metaniere - oggi possono trasportare fino a 253.000 metri cubi - attraccate e ai rigassificatori? Bombe termobariche semoventi?
Che bisogno c’è di rigassificatori in Italia quando dal prossimo anno arriverà anche il gasdotto Nabucco? Dove si accumulano tanta energia e incuria accadono i più grandi disastri: fra i vari, leggasi Vajont.
Renzo Riva
Energia e ambiente
Nuovo Psi Fvg
Buja
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Pubblicato
Il Gazzettino
Martedì 10 Marzo 2009
LA PAROLA AI LETTORI
Pagina 11 (PG 11)
Rigassificatore
tra costi
e rischi
Vorrei completare il quadro dato dal Signor Menegazzi di Venezia ne "La protesta". A Porto Viro è stato inaugurato in pompa magna il rigassificatore. Orbene sanno il Signor Menegazzi ed i lettori che pagheranno nelle bollette del gas i costi fissi di tale impianto anche se non dovesse rigassificare neanche una molecola di gas? Questo per effetto del provvedimento dell’autorità per l’energia ed il gas in seguito alla sua deliberazione n. 178/2005 sui "Criteri per la determinazione delle tariffe per il servizio di rigassificazione" che al titolo IV sugli "Incentivi alla realizzazione di nuovi terminali" e per le "Misure per incentivare la realizzazione e l’utilizzo di nuovi terminali" recita al seguente articolo: 13.2 - II fattore correttivo di cui all’articolo 10, comma 10.3, è sostituito da un fattore garanzia, FG, che assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la copertura di una quota pari all’80% di ricavi di riferimento RL. Tale copertura è riconosciuta dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20 anni. La soprascritta delibera fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale N. 193 del 20 Agosto 2005. Ecco l’effetto delle cosiddette liberalizzazioni ispirate dalla solita filosofia: privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite. In questo caso, come in tanti altri casi di malcostume economico, viene difatti abolito il rischio d’impresa: in pratica viene abolita la "impresa" per sostituirla con apparati collaterali degni del capitalismo di Stato e del "dirigismo economico" di triste memoria. Ricordo che nel mondo ci sono solo 20 impianti di liquefazione e 190 navi metaniere per 50 impianti di rigassificazione di cui 4 negli Usa. Dei 50 impianti di rigassificazione una minima percentuale lavora all’80% della potenzialità mentre gli altri lavorano chi al 65%, chi al 50% e altri al 35%. Le navi metaniere sono già super impiegate e perciò sarà molto probabile che anche Porto Viro seguirà l’andamento degli altri altri impianti. Ricordo tre incidenti che fecero parecchi morti e danni nella fase di carico. L’impianto di liquefazione di Skikda in Algeria, nell’anno 2004, ha prodotto 29 morti e 74 feriti a seguito dell’esplosione e di un incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio investigativo di una compagnia assicuratrice attribuì la causa ad una fuga di gas liquido dalla tubazione di carico; o scarico del liquefatto. Belgio, in fase di scarico un’analoga esplosione provocò la morte di 15 persone sempre nell’anno 2004, e nei depositi. Uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cleveland (Ohio) che nel 1941 produsse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fattorie e 79 case distrutte.
Il processo tecnologico di liquefazione e di rigassificazione è un non-senso energetico oltre che economico come ebbi modo di dimostrare ad un convegno a Trieste il 12 Gennaio 2007.