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A proposito del G8

Per prima cosa trovo enormemente ridicolo il fatto che tra i “grandi della terra” vi sia l’Italia e non la Cina, giudico irrilevante un organismo che rappresenta il 13% della popolazione mondiale, penso che l’Europa faccia una pessima figura visto che dopo 50 anni di UE non riesce a parlare con una voce sola, ritengo che questo organismo delegittimi l’ONU che è l’unica sede in cui i problemi mondiali vanno trattati, e altresì mi sembra indecente spendere le grosse cifre per questi avvenimenti che, ripeto, dovrebbero essere tenuti ordinariamente nella sede centrale dell’ONU.

Bisogna screditare in ogni modo la tentazione di creare (anche con il G20 di settembre) la aggregazione di un gruppo di Stati che cerca di prendere decisioni di livello globale escludendo l’ONU, che diventerebbe presto un ente inutile o il certificatore di decisioni prese in altre sedi.

Naturalmente, per rispondere a queste iniziative del G8, ci vorrebbe una forte mobilitazione internazionale per una riforma della Carta dell’ONU, che abolisca le arcaiche norme del “diritto di veto” e porti le decisioni dell’Assemblea sul terreno ordinario della democrazia, con decisioni prese a maggioranza, dove la maggioranza deve esprimere la maggioranza della popolazione mondiale, e non il numero aritmetico degli Stati membri.

Ci dovrebbe far riflettere il fatto che proprio i paesi che maggiormente straparlano di democrazia, e che addirittura la vogliono esportare, magari con la guerra, siano i più refrattari a riformare l’ONU in senso democratico, e che proprio l’Europa, culla della democrazia, abbia delle norme, come quella della unanimità, che di fatto ne bloccano da 50 anni la integrazione politica.

G8 e mantenimento del diritto di veto all’ONU testimoniano la antidemocratica pervicace volontà dei più ricchi e più forti militarmente di mantenere l’egemonia politica ed economica, costituiscono una alleanza militare nella NATO che agisce ancora dove e come vuole da gendarme mondiale, sotto la guida degli Usa che con 900 basi militari al di fuori del proprio territorio è l’unico paese al mondo a fare politica con la minaccia di intervento militare (Obama compreso).

Purtroppo la democrazia dobbiamo ancora inventarla e soprattutto praticarla.

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