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  • Di pensiero (---.---.---.220) 12 novembre 2011 09:29

    Non mi pare che si tratti di carenza di fantasia, come è stato giustamente scritto, ma d’altra parte neppure di "volontà di non disturbare" come si sostiene invece erroneamente nell’articolo e come è stato smentito sia dall’imam sia dal progettista. Si tratta invece di una aderenza e una continuità tradizionale che sono i pilastri culturali e teologici dell’Islam. Quando si vuole erroneamente sottolineare in maniera inappropriata la rassomigliaza tra il progetto della moschea e l’architettura cristiana italiana ci si dimentica sempre della naturale continuità tradizionale dell’Islam, senza la quale le stesse religioni non avrebbero un reale supporto simbolico e metafisico. D’altronde se si vuole parlare di scimmiottamenti, dal punto di vista strettamente architettonico la grande moschea di Damasco allora è una chiesa cristiana, la totalità delle moschee ottomane allora sono basiliche bizantine, ecc... le stesse chiese cristiane non sono altro, allora, in tale concezione degenerata dell’arte sacra, che degli scimmiottamenti delle basiliche romane!
    Appare evidente quindi che il discorso sul fatto che un’architettura islamica copi una cristiana o che una cristiana copi quella romana è totalmente privo di senso. Il progetto di Napolitano utilizza un ordine classico dorico, colonne corinzie all’ingresso, un sistema di proporzioni calcolato matematicamente, ecc... perché mai colonne doriche o corinzie dovrebbero essere di uso esclusivo delle chiese cristiane?... Quando poi una grandissima parte delle moschee in Siria, Libano, Egitto, ecc... utilizza proprio colonne doriche e corinzie!!!
    Probabilmente tale polemica scaturisce in realtà dal fatto che il mondo dell’edilizia modernista non vuole accettare che la comunità islamica (priva dell’indottrinamente pseudointellettuale al quale sono sottoposti i poveri cattolici romani) abbia scelto liberamente di utilizzare un linguaggio classico e tradizionale, ritenendo che il modernismo, buono magari per centri commerciali, ma per sua natura ateo e antitradizionale, non sia in grado di realizzare un’architettura sacra ed esprimere una spiritualità vera.
    Quanto ai concetti di assimilazione o negazione dell’identità o della diversità, credo che in ciò si celi un’evidente incapacità di accettare l’Islam e i musulmani come una parte reale della nostra società: è preferibile considerarli stranieri anche quando vivono in Italia da generazioni o parlano con inflessione toscana e c aspirata. Mentre loro hanno negli occhi e nello spirito la grande architettura classica (che non è più cristiana di quanto non sia islamica, giacché se volessimo definirla dovremmo considerarla mediterraeno-greco-romana), noi vorremmo che facessero qualcosa di esotico, per poterli considerare sempre come qualcosa di altro rispetto a noi... dimenticando che la strada più naturale e più corretta è proprio quella indicata dalla comunità islamica stessa, tramite il progetto presentato. Quando i turchi conquistarono Costantinopoli e l’intero Impero Romano di Oriente fu islamizzato, non importarono alcun modello esotico, ma costruirono le moschee ottomane sui principi e sui modelli delle basiliche bizantine, ricalcandone strutture e linguaggio architettonico senza il minimo dubbio: non si capisce perché mai un’operazione così naturale, semplice, legittima, giusta, non debba avvenire anche in Italia.


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