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 Home page > Tribuna Libera > Wilson e la Biofilia. Una cosa quasi conosciuta

Wilson e la Biofilia. Una cosa quasi conosciuta

Oggi colgo la grande occasione di segnalare l'incredibile e quasi imperscrutabile saggio autobiografico del famoso biologo Edward Wilson: “Biofilia. Il nostro legame con la natura” (Piano B, 208 pagine, euro 16).

In realtà la vita si complica. Sempre. Le formiche hanno catturato un fungo o forse il fungo ha catturato le formiche: “ora i due si possiedono a vicenda e non si separeranno più. La combinazione formica-fungo rappresenta uno dei più formidabili congegni di orologeria prodotti dall’evoluzione, un meccanismo infaticabile, ripetitivo, preciso, più complicato di qualsiasi invenzione umana e vecchio al di là di ogni immaginazione” (p. 56). Nulla da eccepire.

Uno scienziato fonde “immagini precise con significati più remoti, elementi che già comprendiamo con elementi che ci appaiono come nuovi, in modo da formare schemi più ampi, abbastanza coerenti per essere accettati come verità” (p. 71). Quindi nel bene e nel male “la scienza non è soltanto analitica, ma è anche sintetica, Fa un uso dell’intuizione e dell’immaginazione proprio come fa l’arte” (p. 75). Da un certo punto di vista “l’umanista cresce di statura crescendo in sapienza. Può conquistarsi l’immortalità come critico, anche senza far altro. Ma una simile opportunità professionale non è aperta – non lo è ancora – allo scienziato”.

Così, invece di “scoprire allo scopo di conoscere, gli scienziati conoscono allo scopo di scoprire. Questa inversione di scopi non è un semplice tratto della scienza, ne è l’essenza stessa” (p. 81). In un certo senso “Gli umanisti sono gli sciamani della tribù intellettuale, i saggi che interpretano il sapere e trasmettono il folclore, i rituali e i testi sacri. Gli scienziati sono gli esploratori e i cacciatori” (p. 81). Del resto “Basta una grande scoperta ed ecco che anche lo scienziato è grande per sempre, per quanto sciocche possano essere le altre sue imprese e affermazioni”.

Alla fine di tutto “Gli scienziati più stimati dai loro colleghi sono quelli che uniscono l’originalità all’impegno verso un ideale astratto di verità, in mezzo allo schiamazzo delle richieste dell’Io e dell’ideologia… che consiste nel far progredire il sapere anche a costo di perdere la propria reputazione scientifica. Possono guardare in faccia un fatto anche se esso lì uccide. Il loro scopo principale è scoprire una legge naturale contraddistinta dall’eleganza, la miscela giusta di semplicità e potere latente”. (p. 82 e p. 83). 

In effetti “lo stesso Homo sapiens, al cui studio vengono dedicati miliardi di dollari l’anno, rimane un mistero a quanto pare insondabile… non sappiamo cosa siamo e non riusciamo a metterci d’accordo su ciò che vogliamo diventare” (p. 33). Forse basta leggere qualcosa di importante ogni tanto e basta fare qualcosa di importante ogni tanto. O no? “I valori dipendono dal tempo, il che rende ancora più arduo scolpirli nella pietra. Vogliamo salute, sicurezza, libertà, piacere, per noi e per le nostre famiglie” (p. 162). Però, da un certo punto di vista, per moltissime persone, "Non c'è nulla di più confortevole del non pensare" (Simon Weil).

 

Edward Osborne Wilson è nato nel 1929, è morto il 26 dicembre 2021, ed è stato docente presso l’Università di Harvard e un biologo americano famoso in tutto il mondo. Ha vinto due volte il Premio Pulitzer per la saggistica e ha fondato la Sociobiologia (lo studio dell’evoluzione biologica del comportamento sociale). Alla fine del 2022 è stato ripubblicato il famoso saggio "Sulla natura umana". Qui si dice che probabilmente "le culture possono salire sempre più in alto, fino a concepire l'origine del tempo e i confini più remoti dell'universo, ma non saranno mai veramente libere" (Piano B Edizioni).

 

Nota di approfondimento – “La teoria scientifica è l’ultima (e la maggiore) delle industrie ad andamento familiare, la fonte principale di vitalità in tutte le discipline” (p. 88). Bisogna tenere presente che “La tendenza del serpente ad apparire improvvisamente nei sogni, la sua forma sinuosa, la sua forza, il suo mistero, sono gli ingredienti naturali del mito e della religione” (p. 132).

Nota romana – Lo stoico Marco Aurelio ci ha lasciato queste parole: “Le persone a cui gli uomini vogliono piacere, gli oggetti che concupiscono, i mezzi a cui ricorrono – Riflettete sul carattere di tutto ciò! Ben presto il Tempo nasconderà tutto quanto! Quante cose non ha già nascosto!”.

Nota sulla natura umana - "Si devono osservare gli uomini da vicino per studiarli, ma per studiare l'uomo si deve osservarlo da lontano" (Rousseau, a p. 33 del saggio "Sulla natura umana"). E oggi, dopo tutti questi accadimenti, "Viviamo un periodo strano in cui la menzogna viene creduta sulla parola, mentre per la verità non bastano i fatti" (Alfredo Ravelli). Inoltre, per riflettere più a fondo, potremmo far sorgere una certa domanda: "l'inclinazione a essere indottrinati è una regola di apprendimento su basi neurologiche che si è evoluta attraverso la selezione di clan in competizione fra loro? (p. 230, 2022).

 

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