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  • Di Vindice (---.---.---.96) 16 dicembre 2009 17:41

    L’aggressione subita dal presidente del Consiglio è certamente un fatto molto grave che prima di tutto richiede di testimoniare all’uomo Berlusconi umana solidarietà e vicinanza da parte di tutti.Quanto all’aggressore gli accertamenti medici e le indagini giudiziarie dovranno stabilire se trattasi del gesto inconsulto di un malato di mente,come sembra,oppure se esistono motivazioni di altra natura.Purtroppo le tante persone affette da disagio mentale sono abbandonate a se stesse con grave colpa sia dei familiari,ma anche delle istituzioni che poco o nulla fanno per assicurare il corretto funzionamento di adeguati presidi sanitari.La sicurezza dei cittadini è compromessa anche da questi ammalati,non soltanto dai ladri e dai rapinatori o dagli atti delinquenziali degli immigrati.Quanto al servizio di sicurezza è già pervenuto un rabbuffo d’oltre oceano,ed è il secondo dopo quello per la condanna inflitta ad Amanda.Sarà anche compito degli investigatori procedere agli accertamenti del caso.La violenta aggressione patita dal Capo del Governo ha però scosso il mondo politico ed ha acuito le tensioni già in atto.Era lecito aspettarsi che l’intero arco costituzionale,come si diceva una volta,apparisse coeso e soprattutto silente per meditare,ciascuna parte politica e tutti insieme sui troppi errori commessi e ricercare quindi ogni soluzione utile alla collettività.Purtroppo non è stato così,perchè è stato aperto un indecoroso scambio di invettive nei salotti televisivi e finanche a Montecitorio,apparso una sorta di foro boario popolato da mercanti della politica.A partire dal portavoce di palazzo Chigi Bonaiuti il quale si è preoccupato più di comunicare che il Premier tornerà presto più forte di prima,anzichè di riferire sulle sue condizioni di salute,per passare alle chiassate di Di Pietro e fino alla indecente filippica pronunciata dal capogruppo PDL alla Camera.Eppure era stato auspicato un opportuno rasserenamento del clima,invece c’è stata la umiliante risposta del voto di fiducia sulla legge finanziaria,ed il violento titolo con cui "IL Giornale"ha attaccato il Presidente della Camera ,reo di aver definito deprecabile il comportamento del Governo.Il Premier per suo conto fà sapere che nessuno lo fermerà,e forse il messaggio è diretto alla maggioranza che lo sostiene,nelle cui fila certi mal di pancia sembrano diventati acuti,come lo stesso Fini ha apertamente dichiarato dal banco di presidenza della Camera.Bonaiuti e compagni non vogliono,ma forse non possono far capire al Premier che con una maggioranza strabocchevole ed un ampio consenso popolare,se non si riesce a governare,la presunta sinistra,la stampa e la televisione avverse,il Capo dello Stato,la Consulta ed i magistrati comunisti non c’entrano un bel nulla,ed è quindi proprio e soltanto la maggioranza che scricchiola.La legittimazione a governare non significa poterlo fare contro tutto e tutti e brandire l’ascia di guerra contro chiunque,comprese le istituzioni dello Stato.Bisogna quindi capire che questo scontro frontale senza fine non ha sbocchi e nuoce al Paese che ha gravi ed urgenti problemi da risolvere; ci si deve anche convincere che,volendo,si possono anche zittire Santoro e compagni,si possono anche chiudere Repubblica e l’Espresso,ma non si può certamente eliminare la Corte Costituzionale il cui unico dovere è di correggere il legislatore tutte le volte che esorbita dai limiti costituzionali,con grave pregiudizio per lo Stato di diritto.Ma ora il primo auspicio è che il Presidente del Consiglio si rimetta rapidamente da questa brutta avventura che certamente non meritava.Vale la pena però scomodare Alessandro Manzoni per ricordare il suo concetto di"provvida sventura",quando dal male può nascere il bene,se cioè questo brutto e triste evento può introdurre un rinnovato clima di serenità politica.Si può fare,ma è necessario che tutti facciano non uno,ma parecchi passi indietro per evitare il pericoloso salto nel nulla.Non lo merita il Paese che ha già vissuto tristi esperienze nel secolo scorso.


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