• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Viaggi > Viaggio a Galtellì, il paese che sa raccontare... (pt.2)

Viaggio a Galtellì, il paese che sa raccontare... (pt.2)

Continua da qui

Le origini preistoriche del paese sono testimoniate dalla presenza, nel suo territorio, di nuraghi, domus de Janas e tombe di giganti. Risultano anche vestigia che attestano la dominazione dei punici e quella dei romani. Di particolarmente rilevante, la periferia dell’abitato di Galtellì ha restituito una tomba romana di età imperiale risalente al II sec. d.C. dotata di corredo funerario composto da una piccola brocca, piatti e un bicchiere in vetro bianco opaco iridescente del defunto, mentre dall’area esterna della chiesa di S. Pietro proviene un gruppo di bottoni d’argento e di lamine decorate in bronzo appartenenti agli inumati rinvenuti in tombe ‘a cassone’. I reperti citati sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Nuoro. 

Particolarmente sentite sono, a Galtellì come nella vicina Orosei, le celebrazioni connesse ai riti della settimana Santa che si tengono secondo usanze che nel corso dei secoli sono state tramandate dalle confraternite. Queste ultime hanno sempre costituito, in tutto il territorio regionale, un elemento fondamentale di conservazione e di tradizione dell’espressione religiosa popolare, in particolare quella connessa ai canti, alle musiche, alle laudi, al modo di abbigliarsi adottato dai confratelli durante le celebrazioni.

Come è noto, l’origine dei riti che si tengono durante la ettimana Santa viene fatta risalire nel tempo alla presenza nell’isola degli aragonesi. Tuttavia, nei vari paesi della Sardegna le celebrazioni si arricchiscono di vari elementi autoctoni che ne determinano originalità, intima soggettività e una connotazione locale che impreziosisce le tradizioni primitive caratterizzando le modalità, anche quelle estetiche, attraverso cui oggi la fede delle varie popolazioni si manifesta.

A Galtellì, per esempio, viene rievocata l’ultima cena (sa chena): sulle tavole, per l’occasione, brodo di anguilla, frittura di mare e sos coccorrois, dolce pasquale tipico del luogo. Che a Galtellì rivestano una pregnanza particolarmente intensa le tradizioni religiose è cosa assai nota. A motivo di ciò, l’antico borgo baroniese è stato recentemente inserito dalla regione sarda all’interno di un progetto che nelle intenzioni punta allo sviluppo di itinerari dello spirito con il fine ultimo di incrementare una tipologia di intervento turistico che viene definito ‘religioso’.

Il cosiddetto turismo religioso potrebbe costituire la chiave di volta che concorrerebbe a far conoscere Galtellì e tutta la Sardegna come terra in cui la credenza religiosa si presenta dotata di particolare forza, e in cui è possibile vivere il proprio bisogno di spiritualità godendo contemporaneamente delle attrattive offerte dal ricco contesto culturale, storico e ambientale in cui si trovano immerse le località come quella di cui qui si parla.

E proprio l’ambiente costituisce uno degli elementi di sviluppo su cui Galtellì può fare leva, dal momento che per la maggior parte sul suo territorio comunale ricade la mole calcarea del monte Tuttavista, ‘eccellenza’ orografica che si innalza a ridosso dei villaggi di Galtellì e di Orosei fino a quota 805 metri. Il monte Tuttavista, oltre che per l’amenità dei boschi e dei percorsi e delle viste panoramiche di cui da lassù è possibile godere, rileva sotto i diversi profili naturalistici (per la presenza di rarità faunistiche e di endemismi vegetali) e geo-speleologici.

In relazione a questi ultimi non è possibile trascurare la numerosità delle grotte, dei pozzi e delle cavità di varia tipologia che hanno attirato l’attenzione di molti studiosi delle discipline della terra. Il monte Tuttavista costituisce anche luogo di provenienza di interessanti reperti paleontologici che si trovano esposti presso il Museo Archeologico Nazionale di Nuoro.

Anche solo per le intense suggestioni che è in grado di suscitare, per la magia delle atmosfere che questi luoghi sono capaci di creare, per la forte “capacità di raccontare” che appare insita nei numerosi monumenti naturalistici e storici di cui il paese è dotato, Galtellì assumerebbe la forma di “luogo letterario ideale”. Il fascino e la fama di questi luoghi sono anche effettivamente legati all’opera di un premio Nobel per la letteratura, la nuorese Grazia Deledda, che qui ha ambientato uno dei suoi libri maggiormente noti e apprezzati, Canne al Vento.

È proprio la lettura delle pagine deleddiane che riesce a rendere ancora più solida in noi l’intima convinzione di quanto connaturate e congeniali siano a questi luoghi le intense fascinazioni suggerite e/o esercitate dalle escursioni letterarie baroniesi della scrittrice.

È poi bisogna andare in giro per il paese a vedere di persona, godere in modo diretto della vista dei molti monumenti che trovano perfetta collocazione nelle narrazioni della scrittrice che costituiscono la testimonianza tangibile di una storia secolare: i ruderi del Castello medievale di Pontes costruito intorno al 1070, la basilica pisana di S.Pietro risalente al secolo XI, la casa delle dame Pintòr, che agli inizi del secolo accolse la stessa Deledda nei periodi di villeggiatura da lei trascorsi nel paese, la settecentesca casa Marras, trasformata in un interessante museo etnografico, le diverse altre antiche chiese e il castello del nobiluomo di origini lombarde Guzzetti, finito di costruire nel 1913, stilisticamente vicino ai castelli medioevali, che si avvia a diventare una struttura ricettiva di alta qualità, ed altro ancora.

Sulla scia dei preesistenti parchi letterari dedicati a Ippolito Nievo, situato tra il Veneto e il Friuli, a Cesare Pavese (S.Stefano Belbo), a Giacomo Leopardi (Recanati) e vari altri, da anni, ormai, Galtellì ha scelto di far parte del parco letterario deleddiano. È una scelta sotto tutti gli aspetti vincente e del tutto consona, quella posta in atto dalla comunità baroniese di valorizzare ogni testimonianza di un passato di decadenza ma anche, indiscutibilmente, di gloria. 

 

BIBLIOGRAFIA:

- Angius Vittorio, voce "Galtellì", in Casalis Goffredo, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino, G. Maspero, 1840, edizione anastatica, estratto delle voci riguardanti la provincia di Nuoro, I Vol., pp. 444-455;

- Coda Angelo – Serra Giuseppe, Paesaggi d’autore – Grazia Deledda, Guida turistico – letteraria – Provincia di Nuoro, Regione Autonoma della Sardegna 2008, pp.54-58;

- Comune di Galtellì, Grazia Deledda a 70 anni dal Nobel, atti del convegno “G.Deledda”, Galtellì 25, 26, 27 Ottobre 1996, Galtelli 1999;

- Cossu Antonello – Simula Monica, Le grotte del monte Tuttavista, in: Sardegna speleologica, Anno I n°1, Giugno 1992, pp.16-22;

- Istituto Enciclopedico Italiano, (volume a cura di) Falasca Adele, Comuni d’Italia – Sardegna, voce: Galtellì, 2003, p.164; 

- Santoro Giovanna, Galtellì nel Medioevo, 2004, pp.53–65; 

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares