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Verticalizzazione dell’orizzontale

Parliamo da tempo di cambiare le modalità con cui la classe dirigente indirizza la nostra scena politica ed istituzionale; l’ostacolo è come “verticalizzare” partiticamente, la “orrizzontale” spinta della proposta di cambiamento popolare. Oggi, dopo anni di lavoro concentrati solo sulla città di Cantù, sulla spinta dell’esperienza di “Lavori in Corso” tramite alcuni attivisti di essa, tramite attivisti del mondo sociale ed associazionistico comasco, tramite attivisti di altre forze politiche stanchi della solita minestra è nata “Terra Comune”, Rete Civica Comasca; a rodaggio ultimato nulla ci impedisce di puntare anche al livello nazionale, il tutto seguendo un tracciato partito dal basso…. ma c’è un ma.

Non c'è democrazia senza partito (o se preferite Associazione Politica)

Innanzitutto non ritengo possibile che la pura e semplice partecipazione collettiva possa surclassare in toto il ruolo del politico, occorre senza dubbio che lo limiti e lo indirizzi, ma non può sostituirlo in toto. Ritenere di gestire le società rinnovandole, alienando la necessità di un ruolo di gestione della cosa pubblica ed il conflitto politico, è sottovalutare la realtà dei fatti.

La partecipazione diretta è come un grimaldello scardinatore, necessaria, insostituibile ed importante nelle prime fasi del nostro cambiamento, altrettanto (ed ancor di più) in quelle successive, allorche la nuova "situazione nascente" si va consolidando, ma ogni movimento che spinge dal basso, se ha intenzione di sopravvivere e lasciare il proprio “marchio di fabbrica”, ha la necessità di strutturarsi in “soggetto fisico” di rappresentanza:si tratta di una nuova e moderna forma di partito, come sono convinto sia la nostra, nascente dal basso, all' ascolto perenne del cittadino, ma pronta anche a fornire “servizio” in una forma di democrazia rappresentativa. Non riuscire a strutturare il movimento che nasce dal basso in partito, lasciarlo liberamente anarchico, seguace solo degli impulsi popolari di movimenti che puntano solo al singolo referendum, alla singola proposta di legge o intervento, significherà lasciare questa spinta popolare nelle mani del potere politico dominante che, fingendo di assecondarla, alla fine la reprimerà. L'ingresso nell'arena politica rappresentativa di un soggetto “partitico-popolare”, contrarrà, civicamente, la possibile nascita di una deriva plebiscitaria, rischio di una democrazia diretta che prende troppo il sopravvento, difenderà le istanze dei cittadini dalla reazione oligarchica e soprattutto gestirà il passaggio che intercorre tra un movimento che è contro qualcosa ed uno che invece ha il compito di proporre e realizzare.

Come colpire il nemico

Siamo un movimento nascente dal basso, ci viene ovviamente spontaneo designare come nemico la classe politica tradizionale, la ormai tragicamente famosa "casta”. Quando però poi dovremo gestire la rinascita, sottoforma di azione democratica, l’essere meramente populisti risulterebbe poco produttivo nel mondo della politica reale, giunti a questo livello per gestire il potere nato dall' auspicata democrazia diretta, si deve necessariamente scendere a “compromesso” con un minimo di rappresentatività, limitabile, gestibile ma, purtroppo, necessaria. Di contro il rischio è che la classe politica, sentendosi attaccata, reagisca subito, “remando contro”, utilizzando forme di risposta paritarie, il mondo politico pulula già oggi, momento in cui non siamo ancora fortemente pericolosi, di false liste civiche e di movimenti che fingono di staccarsi dai partiti. Pertanto il “localismo” deve fare un salto di qualità, se vuole contare politicamente; dal momento che un’unità politica, può tanto più garantire risultati economici e sociali, quanto più il suo potere è coerentemente organizzato. Insomma, le esperienze collettive dal basso, se tardano a verticalizzarsi, a lanciarsi verso l'alto, sono destinate a soccombere di fronte a entità politiche, direi, “verticalmente dinamicizzate”. Al nostro partito non potranno mancare la snellezza organizzativa e una linearità di comando che sia rapida e funzionale; le decisioni vanno prese velocemente, quando non vi è il tempo di una discussione “orrizzontale”.Una forza politica che pratica in minoranza non ha scampo, come una Circe deve ipnotizzare, edulcorare e sfrontatamente aprire in due il cuore del nemico appena la situazione lo consente, per poi avventarcisisi sopra senza pietà, il tutto, ovviamente, in piena formula democratica.

Un rischio da evitare

Questa protesta che sta nascendo “dal basso” deve sforzarsi di crescere, conquistare il potere politico, ogni cittadino deve sforzarsi, essere un politico, capire l'importanza di trasformare la sua protesta in partito, partito nel vero senso della parola, un partito diverso, responsabile, democratico e partecipativo si, ma anche rappresentativo, perché tutti non possiamo parlare insieme ogni volta, ma coloro di cui ci fidiamo, a volte, possono perorare la nostra causa, la nostra decisione.

Non vi è altra possibilità, un movimento popolare solo, senza rappresentanza politica, rischia di essere alienato, l'importante è non farsi rappresentare, ancora una volta, dalla casta.

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