• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Europa > Venti di guerra in Transnistria

Venti di guerra in Transnistria

Se non fosse stato per Educazione siberiana, noto libro dello scrittore russo Nicolai Lilin, da cui il nostro regista Gabriele Salvatores ha tratto un film, probabilmente nessuno avrebbe mai sentito parlare della Transnistria.

In realtà gli Urca sono una bufala: la base storica del romanzo non sta infatti né in cielo né in terra. Ma la Transnistria invece esiste eccome. E di questa sottile striscia di terra a cavallo tra Moldavia (a cui formalmente appartiene) e Ucraina sappiamo due cose:

1) Fuori dal riconoscimento – e dalla legalità – internazionale, è diventata nel tempo il polo dei traffici illegali in Europa.

E qui non si tratta di romantici fuorilegge di cui appassionarsi, come quelli di cui Lilin racconta le gesta. In Transinistria operano criminali della peggiore - e più temibile - specie: trafficanti di droga, armi (anche atomiche) ed esseri umani.

2) È molto più importante di quanto si creda, in quanto strettamente collegata agli interessi geopolitici che ruotano intorno alla Moldavia.

Non tutti sanno che, negli ultimi anni, le politiche condotte da Bruxelles nei confronti di Chisinau - sia direttamente che indirettamente, tramite la Romania - hanno suscitato non poche perplessità presso gli osservatori. Tanto che tre anni fa il quotidiano tedesco Der Spiegel - la Germania è contraria all'inclusione della Moldavia nella UE - riteneva che fosse in atto un "allargamento nascosto" in piena regola, come peraltro testimoniato dall'accordo di libero scambio concluso a metà giugno.

In un tale contesto, la Transnistria è una piccola pedina nel Grande gioco tra Russia ed Europa. Le parti hanno già discusso sull'argomento nell'ottobre 2010.

Chiusa questa lunga premessa, veniamo alla stretta attualità.

Oggi la situazione al confine tra Chisinau e Tiraspol sta destando non poche preoccupazioni. Se per vent'anni il conflitto tra la Moldavia e la sua provincia secessionista è rimasto congelato, nelle ultime settimane la tensione lungo le due sponde del Dnestr è tornata a riaccendersi.

Secondo Presseurop:

Poco dopo essere uscita dall’impasse politica e aver finalizzato i negoziati sull’accordo di libero scambio con l’Ue, la Moldavia vede avvicinarsi lo spettro di uno scontro militare.

“La Moldavia teme la possibilità di nuove ostilità militari”, scrive Jurnal de Chişinău il 20 giugno, mentre il parlamento moldavo discute su “come rispondere alla provocazione delle autorità di Tiraspol”. Il 10 giugno il soviet della regione secessionista e filorussa della Transistria ha decretato unilateralmente un nuovo tracciato della frontiera con la Moldavia includendo nel territorio tranistriano tre nuovi villaggi. Nell’aprile scorso i militari tranistriani avevano provato a installarealcuni edifici militari nel villaggio di Varniţa, ma gli abitanti li avevano respinti. I moldavi hanno installato il primo maggio nuovi posti di frontiera al confine della Transistria per mettersi in regola con le norme europee.

Secondo il quotidiano moldavo la Russia, che mantiene un contingente di pace in Transistria, non gradisce l’accordo di libero scambio e libera circolazione tra la Moldavia e l’Ue e teme che i tranistriani possano chiedere in massa la cittadinanza moldava:

In un comunicato che ricorda gli esordi della guerra in Georgia nell’agosto del 2008, Mosca invita Chişinău e Tiraspol ad “astenersi da azioni unilaterali che possano condurre a un conflitto”, senza però fare nulla per dissuadere il presidente tranistriano Yevgeny Shevchuk dalle sue mire espansionistiche.

Secondo Timpul l’incidente di Varniţa è una “spada di Damocle”, perché il decreto di Shevchuk che conferma della decisione del soviet sulle nuove frontiere entrerà in vigore il 24 giugno:

il contingente di pace russo interverrà se l’aggressore, ovvero i soldati della Transnistria, occuperà Varniţa ? […] Il decreto è una dichiarazione di guerra permanente.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares