Venezia 2024. Premio Zavattini e appello affinché a Gaza entri la stampa
VENEZIA - Vincenzo Vita, già parlamentare, politico e saggista, ha dichiarato che farà il possibile affinché l’AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico da lui presieduto - alzi il livello della sua categoria alla stregua delle grandi istituzioni italiane, sottolineando: “Sono convinto che l’archivio, per tutto il lavoro portato avanti, meriti di entrare nella serie A delle nostre istituzioni”.
Lo ha detto in una conferenza stampa tenutasi all’hotel Excelsior del Lido, durante la mostra di Venezia, sul tema “L’occhio irriverente di un archivio espanso. L’AAMOD verso i 40 anni dalla fondazione”.
Quaranta sono un’età importante. Vita ha illustrato insieme ai suoi collaboratori il lavoro svolto dalla fondazione e i continui progressi. Sono stati ricordati Il progetto e le forme di un cinema politico (convegno/rassegna); l’arena estiva L’Aperossa, con uno spazio dedicato alla costellazione UnArchive, insieme di iniziative di formazione, produzione e promozione, rivolte, in modo specifico, al riuso creativo delle immagini. Attività, che secondo le ultime correnti di pensiero da Erich Fromm a Danilo Dolci, sono imprescindibili per la formazione di uomini di pace.
Sottolinea Vincenzo Vita: Come si vede, la vecchia talpa dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico scava. Finalmente, sono divenute manifestazioni stabili attività che hanno interpretato il rilancio delle politiche culturali della Fondazione in questi ultimi anni. Continuiamo a pensare che il lavoro intellettuale non sia assoggettabile a mere logiche mercantili. Anzi. Le differenze sono il sale e la molla della creatività. L’Archivio ha i piedi ben posati nella tutela della memoria e - tuttavia - guarda senza timore all’epoca dell’intelligenza artificiale. Il faro è stato e sempre sarà l’applicazione della Costituzione antifascista.
Giuseppe Giulietti giornalista, sindacalista, già parlamentare della Repubblica italiana, attivista politico noto, è intervenuto con passione per leggere e invitare a firmare l’appello lanciato dal sindacato Europeo dei giornalisti, per chiede di consentire l’ingresso a Gaza delle croniste e dei cronisti che sono stati lasciati fuori dal muro. Il 30 agosto sono state consegnate le firme a Venezia. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche la fondatrice Paola Scarnati e l’esecutivo dell’AAMOD, Aurora Palandrani, Matteo Angelici e Luca Ricciardi. Presenti inoltre Rossana Rummo, Laura Delli Colli, Gabriella Gallozzi e la nota attrice Ottavia Piccolo, da tempo impegnata nel sostegno dei diritti civili. che ha aiutato a diffondere attraverso i social l’appello affinché i giornalisti possano entrare a Gaza: “Se riusciamo a vedere cosa succede forse possiamo fare qualcosa”, ha spiegato la Piccolo.
IL PREMIO ZAVATTINI INDETTO DA AAMOD
In particolare sono stati resi noti i titoli, gli autori e le autrici dei progetti finalisti della IX edizione del Premio Cesare Zavattini. La selezione è stata comunicata dalla coordinatrice del Premio Zavattini, Aurora Palandrani.
La Giuria, presieduta da Roland Sejko, e composta da Benni Atria, Monica Maurer, Ivelise Perniola e Alessia Petitto, ha apprezzato la qualità, la varietà di temi e approcci al materiale filmico di repertorio dei quasi 90 progetti esaminati ed ha designato quali finalisti i seguenti nove progetti:
Sechs monate sommer. Sei mesi d’estate di Claudio Cesaroni, una storia di emigrazione in Svizzera vista con gli occhi di un bambino;
In un soffio. Empty vessels di Noemi Greco, una rilettura della memoria familiare attraverso materiali d’archivio privati;
Com’era qui, com’eri tu, quando non c’ero io di Meriam Jarboua, che ha l’intento di ricostruire l’immagine dei propri genitori immigrati, prima della propria nascita;
Echi di memoria di Alessandro Guerriero, rievocazione del terremoto dell’Irpinia attraverso due testimoni e archivi fotografici d’autore;
Giocare a fare la guerra di Anita Ricci, Marco Rossi, Michele Rodolfi, ricerca intorno a un Combat film finto, che ha causato la distruzione di un paese vero;
Isterìa in un vestito a fiori di Marija Stefanija Linuza, riflessione sul matrimonio e l’etica della vita sessuale a partire dalle idee della scrittrice femminista lettone Ivanda Kaija;
Milano infetta. Gli anni del Virus di Tommaso Cohen, che rievoca lo sgombero dello spazio occupato Virus di Milano e la nascita movimento punk;
Noialtre di Michele Sammarco, che intesse racconti, vissuti e storie di donne della pianura veneta;
La donnaccia della rupe di Cairano di Diego Capone, che racconta un paese e il pregiudizio sul mondo femminile, mescolando immagini del film “La donnaccia” (1965) di Silvio Siano, del suo backstage e delle interviste a testimoni.
La Giuria, inoltre, ha designato quali uditori del Workshop di formazione e sviluppo Giovanni Mauriello, Riccardo Calisti, autori di Dissonanza, una giornata a Torpignattara, tra passato e presente, per raccontarne la sua ricchezza etnica e le sue contraddizioni, e Martina Bertuccio, autrice di Briciola, in cui rilegge criticamente il gioco di potere che si instaura tra madre e figlia attraverso lo strumento del film familiare.
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