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Usa: abusi di un prete, secondo accusa “Vaticano sapeva, l’ha trasferito dall’Irlanda”

L’avvocato Jeffrey Anderson, che rappresenta una vittima di abusi sessuali da parte di un sacerdote, ha dichiarato che il Vaticano non ha esibito tutta la documentazione richiesta nel processo. Lo segnala tra gli altri l’agenzia Reuters. Il caso è quello di don Andrew Ronan, che negli anni Sessanta ha commesso abusi quando era sacerdote a Portland, in Oregon (Ultimissima dell’11 maggio). Tra le 1.800 pagine prodotte dal Vaticano su richiesta del giudice, mancherebbero secondo Anderson proprio i documenti più importanti. Ma l’avvocato che difende il Vaticano, Jeffrey Lena, respinge le accuse. Afferma che la Santa Sede non è direttamente responsabile e che non sapeva del caso, rimasto occultato a livello locale. Casomai i responsabili sono nella diocesi o nell’ordine cui apparteneva il prete, continua il legale.

Anderson sostiene invece che dalle carte disponibili risulterebbe il coinvolgimento diretto del Vaticano negli spostamenti del prete e che la Santa sede sapeva dei problemi creati dal sacerdote. L’uomo era stato trasferito da Benbrub (in Irlanda) negli Usa (prima a Chicago e poi a Portland), poi ridotto allo stato laicale nel 1966. Lo stesso parroco aveva chiesto di lasciare il sacerdozio ed era stato risposto dall’Italia che ciò poteva essere possibile “senza alcuno scandalo pubblico”. Una lettera del 1963 inviata dal provinciale dei Padri Serviti di Chicago a suo superiore a Roma, riporta l’Irish Times, parla di atti “omosessuali” del parroco in un seminario in Irlanda. Ronan aveva ammesso ciò ma poi era stato trasferito presso una scuola superiore a Chicago, per coprire lo scandalo. Lì aveva commesso abusi su alcuni allievi ed era stato trasferito di nuovo presso la chiesa di St. Albert a Portland.

Luciano Vanciu

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