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Uno screenshot vi confonderà: Spinoza e la "cantonata" sugli emendamenti al Ddl Cirinnà

I livelli di confusione creati attorno al Disegno di legge sulle Unioni civili sono diversi e investono il diritto, le procedure e i media, ma tutti ruotano a una sola parola: emendamenti.

Martedì 16, nella seduta pomeridiana del Senato, è accaduto che il capogruppo della Lega Nord Centinaio, di fronte alla minaccia del cosiddetto “supercanguro” a firma Marcucci (PD), abbia annunciato di ritirare gran parte dei 5mila emendamenti presentati con chiaro fine ostruzionistico.

A seguito di questa rinuncia, e di fronte all’insistenza del Partito Democratico proprio sul Marcucci, il Movimento 5 Stelle ha dichiarato che non avrebbe votato il “canguro”, ufficializzando quella che è poi stata definita “retromarcia” o “tradimento” dalle associazioni Lgbt.

Al di là dell’opportunità di votare o meno il "canguro", il dato da registrare è che la Lega Nord già martedì 16 aveva fatto un passo indietro sugli emendamenti, ritirandone 4500 e lasciandone 500: un numero accettabile e affrontabile.

È però a partire dalla mattinata di mercoledì 17 che la rete si è scatenata.

Alle 12.32 la pagina del blog satirico Spinoza ha pubblicato un presunto screenshot dal sito del Senato in cui si evidenziava il ridicolo emendamento 1.1111 del senatore leghista Lucio Malan volto a sostituire le parole «è istituito il registro delle unioni civili tra persone dello stesso» con «si fa». Il post di Spinoza, che mentre scrivo si sta attestando attorno ai 7300 like e alle 5600 condivisioni, ha generato un’invasione prevedibile di polemizzatori su questo e molti altri emendamenti, ritenendo che fosse privo di senso trattenere l’Aula su una votazione del genere.

Se in altra sede si può pure discutere sulla liceità delle tecniche ostruzionistiche, che si estendono dal ben noto generatore automatico di Calderoli a metodi ostili, ma comunque concessi dal regolamento, il post di Spinoza ha fuorviato gran parte del dibattito in rete, per due motivi:

1. Gli emendamenti ostruzionistici della Lega erano già stati ritirati il giorno prima.

2. L’emendamento 1.1111 (come tantissimi altri che hanno fatto il giro della rete) non è riferito al ddl n. 2081 (Cirinnà), ma è stato preso per errore dalla lista degli emendamenti presentati in Commissione Giustizia l’anno scorso alla proposta di legge n. 14 (testo successivamente confluito nel Cirinnà).

Perciò mentre il web sfogava la sua indignazione sulle proprie bacheche e articoli di Repubblica e del Post vi cavalcavano sopra, l’Aula non aveva la minima intenzione di discutere né l’emendamento Malan né tanti altri, ma solo questi.

Ad aumentare la confusione ci si è poi messo anche il sito del Senato, poiché alla scheda della n. 14 riporta «in corso di esame in Assemblea»: questa dicitura (che compare anche per gli altri testi connessi: il 197239314149091211, 1231136013161745, 1763), è possibile perché il testo della Cirinnà è stato portato in Aula senza che l’esame in Commissione fosse formalmente concluso; la banca dati del Senato così ha preso atto che l’Aula fosse all’esame sul «ddl 2081 e connessi», lasciando “in vita” nelle schede anche gli altri ddl, nonostante il testo in Aula sia uno solo, cioè il n. 2081.

Prova di tutto questo è la stessa scheda del ddl 2081: qui compaiono, nella sezione “testi ed emendamenti”, anche le proposte di stralcio, le questioni pregiudiziali e le proposte di non passaggio agli articoli. Ciò che non compare è l'emendamento Malan, che per questa discussione di fatto non è mai esistito. 

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