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Una vuvuzela che mandi a fanculo prima i Mondiali e poi il Mondo

Una vuvuzela che mandi a fanculo prima i Mondiali e poi il Mondo

A volte penso che non deve essere proprio semplice essere uno dei 5.000.000 di sudafricani, 5,7 milioni per la precisione, che convivono con il virus dell’HIV ed hanno un Presidente che si chiama Jacob Zuma.
 
Il 6 dicembre del 2005 Zuma fu processato dall’Alta Corte di Johannesburg con l’accusa di aver stuprato una donna di 31 anni; il 68enne Presidente del SudAfrica, 5 mogli e 20 figli, fu accusato di aver violentato Fezeka Kuzwayo, la figlia di un amico morto. L’8 maggio 2006 Zuma fu prosciolto dall’accusa di stupro, in quanto secondo l’Alta Corte il rapporto sessuale fu consensuale.
 
Ma Fezeka era sieropositiva, e nonostante Zuma fosse consapevole di ciò, sembra che durante il processo dichiarò di non aver usato il preservativo, e di aver fatto solo una doccia per ridurre il rischio di contrarre l’HIV.

Pensate che da quel giorno, i telefoni del call-center della National Aids Helpline iniziarono ad essere bombardati da telefonate, di persone che chiedevano spiegazioni ed esprimevano perplessità sulla "shower theory" di Jacob Zuma.
 
Ciononostante l’AIDS è solo uno dei tanti problemi che affliggono il SudAfrica: anzi se proprio non riuscite ad immedesimarvi nel sudafricano sugli 8 che sono sieropositivi ed hanno un Presidente come Jacob Zuma, allora provate a mettervi nei panni del sudafricano sui 3 che è disoccupato.
 
Ma in questo mese accade per magia, che in un Paese dove il 40% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno, arrivino Kakà, Messi, Ronaldo, Cannavaro e tanti altri. Ed arrivino soprattutto 10 nuovi stadi restaurati e spettacolari, nuovi aereoporti, nuove autostrade, nuove vie cittadine ed anche un nuovo treno ad altà velocità.
 
Avrebbe dichiarato il Presidente Zuma. (Sì, sempre lui, il docciaro.)

Ecco, ora immaginate che una buona parte dei 48.500.000 sudafricani, una buona parte di quelli che vivono con meno di due dollari al giorno e con l’HIV, si fiondino in questi fantastici stadi ultramoderni e superlussuosi a Pretoria, a Città del Capo, a Joahnnesburg, a Durban, a Nelspruit, a Polokwane... ed inizino a capire che c’è solo un modo per essere i veri protagonisti dei Mondiali, a prescindere dal Paese e dalla squadra di appartenenza: bisogna imbracciare delle maledette trombette ed iniziare a suonarle, emettendo tutti insieme un suono tanto strano quanto omogeneo.
 
Danno l’impressione di essere dei fastidiosi insetti, api o zanzare, ma in realtà sanno bene che sono solo e resteranno per sempre dei poveri sieropositivi che campano con meno di due dollari al giorno, che quel momento può essere un loro momento, e che intanto stanno assistendo ad un branco di femminucce che si depilano quadricipiti e polpacci, che hanno procuratori, manager e parrucchieri personali: insomma, per la prima ed unica volta nella sua storia, il popolo sudafricano ha di fronte una manciata di debosciati che come unico lavoro ed unico scopo corre dietro ad un pallone, un piccolo numero, un piccolissima frazione di essere umani, che se si decurtaserro di almeno un milione di euro a testa potrebbero risolvere il problema della carestia nell’Africa Subsahariana, e quello dei costi delle terapie antiretrovirali.

Ecco, se ci riuscite provate a pensare a tutto questo.
 
E pensate pure che l’Italia ed il resto dei paesi europei, i paesi americani e tutti i paesi asiatici, noi tutti insomma, per loro in fondo siamo e resteremo per sempre solo dei Paesi di viziosi disadattati, che pretendevano (o almeno si illudevano) di poter portare il proprio benessere per un giorno o per un mese in una delle terre più a Sud del Mondo, a tratti ultrasconosciuta anche al Padreterno, e di poterlo fare soprattutto solo grazie ad un pallone, lasciando che un bel jabulani rotolasse tra le loro mille paure, le loro mille carestie, le loro mille malattie, le loro mille ipocrisie.

Sapete, prima di urlare sul divano "Trombette di Merda state zitte!!!", oggi pensavo a tutto questo. E sognavo una donna di Capetown, che presa dall’euforia del tifo per i Mondiali, per soffiare troppo si è addirittura lacerata la trachea. Ed immaginavo il Paese che avevo davanti, pensavo a Jacob Zuma, alla doccia anti-HIV, al "SudAfrica che non sarà più lo stesso."
 
Ora, cari amici Sudafricani, vi faccio una sola preghiera, fatelo per me: imbracciate queste cazzo di trombette e suonatele, suonatele forte, suonatele tanto, suonatele sempre. Suonatele e non vi fermate. E che le vostre fastidiose vuvuzelas siano i vostri scacciapensieri ed i vostri gol, le vostre gioie e le vostre medaglie, le vostre paure e le vostre speranze, le vostre gioie e le vostre ansie: mi auguro che siano il vostro mondo e non solo i vostri mondiali.
 
E che il loro fastidioso frastuono oscuri il calcio e mandi definitivamente a fanculo questo ipocrita mondo che vi circonda. Speriamo.

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