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Una speranza per una vita, tante coppie dovranno ancora andare all’estero per la fecondazione eterologa

La Corte Costituzionale con una recente sentenza di rigetto ha messo fine, almeno per il momento, a quella speranza, cui tante coppie aspiravano, di creare una famiglia mediante fecondazione etereloga o assistita. 
 

 

Come sappiamo la nostra Nazione è l'unica in Europa e per il momento resta tale a non concedere quella possibilità che la scienza può offrire alle coppie con problemi di fecondazione, la legge 40 in tale senso stabilisce il divieto nel nostro paese di fecondazione eterologa.

Per tale motivo tantissime coppie si recano in quelle mete del turismo procreativo, dove le leggi in tale senso concedono quella speranza regolamentata per una genitorialità che la scienza può favorire. Come per altre situazioni, ad esempio le coppie di fatto, l'Italia non si è adeguata a quell'eurozona della quale fa parte, per quelle regole che dovrebbero essere in parallelo ai tempi attuali e non possono rimanere ferme a preconcetti ideologici, quella volontà per una possibilità che non deve restare solo sogno ma, almeno per il momento, in Italia quella porta resta chiusa.

Andare all'estero è al momento quell'unica condizione a quella realizzazione di un sogno che non può rimanere solo tale, quegli alti costi e umani da sostenere, in quei centri destinati a tale scopo, discriminano un diritto che nella nostra nazione resta negato.

Un diritto di una libertà di una scelta che dovrebbe e deve essere solo personale senza interferenze né dello stato né della Chiesa ma con quelle regole sancite di possibilità in tale senso.

Non possono essere messe in campo per tale oggetto quelle motivazioni ideologiche o strumentali, la tutela dell'interesse di una coppia, per la quale il tempo è un fattore determinante, non può passare in secondo piano all'approvazione di una legge.

Quella voglia naturale di procreazione esistente in tutte le coppie, per le quali resta difficile, e che potrebbe essere aiutata dalla scienza, non può essere disattesa in una nazione civile come l'Italia nella quale quei progressi scientifici spesso sono all'avanguardia.

La scienza può e deve migliorare la vita stessa e la qualità della vita, regolando nel bene e, quando può, essere utile in altri modi. Vogliamo sperare che con tale sentenza non sia stata messa la parola fine a quella speranza che aiuta a sognare una realtà che può e deve essere vissuta senza andare all'Estero.

Quel benessere psicofisico tanto spesso invocato per migliorare la qualità della vita è indispensabile per la tutela della nostra esistenza e della nostra salute, esso non può essere compromesso da un'aspettativa negata. Quando ci sono grandi volontà non possono coesistere quelle grandi difficoltà che annullano quel diritto personale che deve appartenere a tutti, benché con quei limiti previsti dalla scienza stessa, per quella che può essere una forte voglia di genitorialità.

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