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Un quartiere dimenticato: Villa Certosa a Roma tra promesse politiche e degrado quotidiano

Non si fermano le denunce del Comitato di quartiere Villa Certosa a Roma. Lo stato di abbandono del quartiere dura da anni e i cittadini sono ormai stanchi delle promesse e continui “giochetti” della politica e delle istituzioni. Questo articolo per raccontare come sono andati i fatti e denunciare ancora una volta l’incapacità dell’amministrazione a risolvere (ma anche solo trattare) i problemi dei quartieri “periferici” della Capitale.

Gli amministratori guardano, partecipano, promettono. Sul pratino parlano di “recinzione”. I Certosini sono scettici, vogliono un parco, non un’area chiusa e recintata e pertanto ancora più preclusa e sottratta alle esigenze dei cittadini.

Il 2 dicembre, la mozione viene portata finalmente alla votazione. La votazione, però, decade a causa del mancato raggiungimento dei numeri legali: il PdL richiede il conteggio, la maggioranza non ha i numeri, il centrodestra abbandona l’aula senza votare e la mozione viene rimandata al lunedì successivo.

Il centrosinistra fa mea culpa alla stampa: eravamo pochi, avremmo dovuto essere di più. Il PdL rilancia con un comunicato in cui condanna l’incapacità dell’amministrazione di centrosinistra. È il solito ping pong che perde di vista i cittadini e le cittadine e i loro problemi.

Il 5 dicembre la mozione viene presentata di nuovo. Questa volta i numeri sono a posto ma la mozione non passa per un “difetto di forma”: Verdecchia (PdL) sostiene che “creare un giardinetto non può essere considerata pubblica utilità” e quindi non si può richiedere la procedura di esproprio per pubblica utilità.

Propone di elaborare un Ordine del Giorno condiviso. Gli esponenti del centrosinistra abboccano e si apprestano a presentare gli ordini del giorno.
Nel primo, Mauro Corsi (PdL) sostiene che l’impianto fognario, recentemente costruito nel quartiere, è troppo grosso per un quartiere dal numero così esiguo di abitanti. Corsi aggiunge che se il quartiere vuole il pratino è necessario costruirci qualche palazzina intorno. Per fortuna la maggioranza vota contro “l’edificazione sostenibile” incautamente proposta dal consigliere Corsi.


Il secondo OdG, presentato da Verdecchia, passa con la maggioranza dei voti. L’OdG è quello relativo alla chiusura e blindatura del pratino con recinzione e illuminazione delle scalette.

Successivamente si procede finalmente alla votazione della mozione n. 68222/11 (la richiesta di acquisizione del pratino per l’allestimento di un giardino di quartiere) che per un solo voto non passa. Uno solo, non uno di più. I favorevoli sono stati 8, nessuno contrario, ma gli astenuti sono stati 9, per l’esattezza: Fabrizio Ferretti e Andrea Maggi, Italia dei Valori (sì, proprio loro, quelli della giustizia, dei diritti e delle pari opportunità); Guido Verdecchia, Giorgio La Porta, Mauro Corsi, Daniele Rinaldi, Maurizio Politi, Massimiliano Ciccocelli, il PdL quasi al completo; Virgilio D’Offizi, dell’UdC.

E il regolamento del Municipio prevede che la mozione, anche se approvata a maggioranza, non può passare se il numero degli astenuti è maggiori di quello dei favorevoli. Più dell’astensione di consiglieri di un partito che tende a fare l’interesse del privato più che quello del pubblico, viene da chiedersi il perché dell’assenza di diversi consiglieri del PD: Annunziatina Castello, Massimo Lucà, Luigi Marturano, ma, soprattutto, Fabio Piattoni, delegato alle politiche ambientali, aree e strade private, la vostra assenza è stata grave. Cos’avevate di meglio da fare dell’interesse di cittadini che siete tenuti a rappresentare?

Ai gentili amministratori del PdL: ci sta a cuore ricordarvi che la recinzione del pratino non la vogliamo. Ci sta a cuore ricordarvi che il verde pubblico non è solo questione di pubblica utilità, ma di diritto, diritto umano. A tal proposito vi invitiamo a ripassare le normative vigenti. Ci sta a cuore ricordarvi che un recinto, se non militarizzato, controllato, monitorato, non tiene lontani i malintenzionati, al contrario, li attira come api all’alveare. Ci sta a cuore ricordarvi che, prima di fare proposte incaute come l’edificazione di nuove palazzine, occorre conoscere la realtà di un territorio, la sua conformazione geofisica.

Ci sta a cuore comunicare alle nostre Amministrazioni Pubbliche che, per qualsiasi decisione, sarebbe giusto, per non dire politicamente corretto, avvertire i cittadini, coinvolgere i comitati, e non fare tutto in sordina. È poco educato oltre che politicamente scorretto.

Chiediamo, infine, al VI Municipio la convocazione di un consiglio straordinario dove vengano ridiscusse le nostre vertenze e ribadiamo che vogliamo che venga attuato quanto abbiamo richiesto: l’esproprio di quell’area verde per realizzarci un parco giochi attrezzato per bambini e bambine, un’area attrezzata per i cani e la messa a norma delle scalette (con relativo scivolo per disabili e carrozzine).

Comitato di Quartiere Villa Certosa

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