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Un libro da consigliare a Berlusconi

Il vero carisma è ostile agli interessi economici (Max Weber). “Come riconoscere la vera amicizia” di Plutarco è un altro classico della saggistica edito dalla Piano B edizioni (2010).

La lettura degli scritti di un filosofo e storico greco potrebbe aiutare Berlusconi, un uomo che grazie alle sue facoltà economiche si è circondato di molte donne e di “amici” molto importanti, ed è riuscito così a raggiungere l’apice del potere. Probabilmente però, circa il 90 per cento delle persone che circondano Berlusconi sono dei banali o volgari adulatori.

Questa gentaglia sta impedendo a Berlusconi di conoscere la vera realtà di un Paese allo stremo delle sue forze economiche e a rischio di pericolosissime guerre sociali. Stiamo già vivendo in una di quelle fasi di degenerazione totalitaria dove i potenti modificano arbitrariamente il significato delle parole rispetto alle cose (Tucidide). A proposito di totalitario: fu Mussolini a coniare questo parola, poiché desiderava attuare una rivoluzione dove non ci fosse “Niente contro lo Stato, niente senza Stato, niente al di fuori dello Stato” (in “La rivoluzione capitalistica”, Peter L. Berger, 1991, p. 279). Poi, se vogliamo ragionare un po’ meglio dell’italiano medio e mediocre, possiamo inserire la parola partiti al posto di Stato per riconoscere l’Italia di oggi.

E dopotutto, se Berlusconi diventasse Presidente della Repubblica e di conseguenza Presidente del Consiglio superiore della magistratura, l’Italia diventerebbe il paese che rappresenta il colmo dell’ingiustizia. Ma in una moderna democrazia degenerata può accadere anche questo: “la stragrande maggioranza della gente, infatti, non è né obiettiva né informata” (Peter L. Berger, 1991, p. 20). Anche la seconda parte del libro, che prende in esame i modi per trarre vantaggio dai nemici, potrebbe rivelarsi molto utile al Presidente del Consiglio più amato e più odiato dagli italiani.

A questo proposito è sufficiente dire che i nemici sono bravissimi nello scoprire i punti deboli degli avversari, che saranno così stimolati a migliorarsi (spesso la verità giunge dalla bocca dei nemici). Per questo motivo è molto utile criticare il Nazional-capitalismo da operetta berlusconiano. Infatti governare una popolazione incivile non è facile, ma “Dato che l’agire è così difficile, può un uomo fare a meno di essere cauto nel parlare?” (Confucio).

Comunque, in generale, la principale astuzia dell’adulatore è questa: “quando imita qualcuno in una buona qualità, gli lascia sempre la superiorità. Tra i veri amici però non esiste rivalità né invidia. Ciascuno accetta di buon grado e con serenità di riuscire meno bene dell’amico o di essere solo in parità con lui. L’adulatore invece, ricordandosi sempre che il suo ruolo è quello del secondo attore, rinuncia a uguagliare colui che sta imitando, e riconosce sempre di essere il più debole e di restare indietro in tutto, tranne che nei difetti” (p. 23).

Quindi per poter smascherare un adulatore “Prima di tutto bisogna analizzare la coerenza e la continuità del suo genere di vita, se si diletta sempre nelle stesse cose e loda sempre le stesse cose, e se regola e indirizza la propria vita secondo in unico modello. Come si addice a un uomo libero amante dell’amicizia”. L’adulatore, come la zecca con i cani, “s’insinua nelle orecchie degli ambiziosi con i suoi elogi, vi costruisce il suo nido e da lì, una volta insediato, lo si caccia solo a fatica”. Gli adulatori esperti seducono tramite i piaceri e il mettersi al servizio del potente di turno.

A livello psicologico “C’è un solo modo per proteggersi contro queste insidie: la consapevolezza e il ricordare sempre che l’anima ha una parte razionale che tende verso la verità e le virtù, e una parte irrazionale che tende alla menzogna ed è soggetta alle passioni, e che l’amico aiuta con i suoi consigli sempre la parte migliore, come un medico fortifica e preserva la parte sana del corpo”.

Con gli amici “a volte dobbiamo usare parole dure, come un farmaco che cura e protegge il paziente”. Naturalmente le critiche costruttive non devono essere formulate in pubblico, ma solo in sede privata. Quindi possiamo anche far soffrire i veri amici e l’amicizia può ugualmente continuare più o meno tranquillamente. Infine, bisogna considerare che “è giusto esporsi all’impopolarità esercitando la franchezza in questioni molti importanti” (Tucidide), poiché “tutto l’oro che si trova sopra e sotto la terra non vale la virtù” (Platone).

P. S. Data la probabile defenestrazione di Berlusconi e il prossimo avvento della Terza Repubblica, potrei consigliare un nuovo modo per impiegare il tempo e un nuovo business: dovrebbe realizzare e gestire alcune case di riposo dove ospitare tutti i suoi vecchi amici e i suoi falsi nemici (i vecchi politici “dell’opposizione”).

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