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Un italiano su tre non è andato a votare ed è pure colpa mia

Un italiano su tre non è andato a votare ed è pure colpa mia

"Cosa cambia? E’ inutile votare." "Mi fanno schifo".
E poi la più inflazionata: "Sono tutti gli stessi".
 
Non so perchè ma la frase "Sono tutti gli stessi" è quella che mi rimbomba sempre di più nella testa, quando leggo le cifre dell’astensionismo.
 
Sembra che un italiano su 3 non sia andato a votare. Sono così coglioni gli astensionisti, o lo sono di più quelli che votando credono di poter cambiare ancora qualcosa? Me lo domando ogni volta che ci sono le elezioni.

Perché ci sono ancora così tanti che non votano? Se oggi chi scrive è così incazzato perché avrebbe un giorno intenzione di votare per vincere, è anche vero che per vincere bisogna sconfiggere qualcuno.

Ed io come sempre ho una sola certezza, che però anche questa volta non mi rallegra più di tanto: ancora una volta tanti, tantissime persone, almeno il 50% degli aventi diritto, non avranno votato quel qualcuno, Silvio Berlusconi, ma purtroppo non l’avranno nemmeno sconfitto. E questo perché? Io ho una mia teoria, la solita.

Il Berlusconismo n’è uno solo. Non ce ne accorgiamo, ma il titolare ce lo conferma ogni giorno da 16 anni. In bocca non ha una tonsilla, ma un piccolo mangianastri: ripete sempre le stesse cose, le stesse battute. Da secoli.

Di Antiberlusconismi invece ce ne sono tanti. Anzi, troppi. E ne diventano sempre di più.

E provo a fare un pò di autocritica, anzi lo consiglio a tutti quelli che oggi hanno la possibilità di leggermi, perché in questo momento è la strategia più salutare (oltre a sputare in faccia alla tv durante gli Exit-Poll, e ad urlare 10 volte allo specchio "Che Paese di Merda").
 
Che cazzo abbiamo fatto in tutti questi mesi? Sto finendo per odiare quell’antiberlusconismo di cui ho cenato anch’io tante (troppe) volte, del quale me ne sono fatto portavoce qui come blogger e come uomo per strada.

Quell’antiberlusconismo che risponde come quel vecchio giochino da bambini "Specchio Riflesso", che risponde dente per dente, gossip per gossip, imbecillità per imbecillità.

Lui offendeva ogni giorno magistrati e giornalisti, e noi ogni ora urlavamo mafioso e puttaniere. E lui ogni ora calpestava la dignità delle donne, e noi ogni minuto gli urlavamo nano di merda. E lui ogni minuto diceva che il Paese era in ottima forma, e noi ogni secondo eravamo più poveri e più disoccupati.
 
Poi un giorno ci siamo svegliati e ci siamo accorti che con il suo Governo sono aumentate le tasse. Un altro giorno ci sveglieremo con una bella centrale nucleare sotto casa. E chissà quale altro giorno ancora ci sveglieremo con una altra bella Grande Opera, inutile e costosa, come il Ponte sullo Stretto.

E poi ancora: lui faceva cucù alla Merkel e noi sventolavamo le famigerate 10 domande di Repubblica. Lui telefonava Minzolini e noi ci ascoltavamo le intercettazioni della D’Addario. Lui chiamava Obama "l’Abbronzato", e noi lo chiamavamo Papi. Potremmo fare decine di esempi.

Ed io ogni volta pensavo: Ecco, cazzo, ci è riuscito. Ci ha creati a sua immagine e somiglianza.
 
In ultimo l’autocritica che più mi dispiace fare, ma rendiamoci conto non troppo tardi che ci siamo sfogati e ci siamo divertiti a farlo, ma il nostro leader non è stato un uomo ma un colore: IL VIOLA.

Per carità non è stai mai così bello come questa volta rispondere ad un uomo con un colore. Ma rendiamoci conto che a lungo andare, anche con il massimo delle ambizioni, anche l’ultimo antiberlusconiano ha avuto un alibi per non andare a votare.

"Cosa cambia. E’ inutile votare."
"Mi fanno schifo. Sono tutti gli stessi".

Il Paese scivola ancora di più nella Merda.
Ed è anche colpa mia.

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