Paola Broccoli è autrice di un libro dedicato alla Terra di Lavoro, ovvero a Caserta e la sua provincia.
Non un libro di parole, di analisi, anche se si affronta la questione meridionale, la lotta sindacale, il lavoro agricolo. Il tutto diventa possibile attraverso la scelta coraggiosa di creare un libro per immagini. Immagini datate, quasi antiche, semplicemente del recente passato. Un libro politico nella sua scelta di cedere il passo non alla memoria nostalgica, ma la memoria come leva per il futuro.
Osservando le foto di proteste, di incontri e dibattiti di manifestazioni, quasi c’è da non credere che sia Caserta, da non credere ai propri occhi che c’è stato un tempo in cui la gente “faceva” politica per davvero. Terra di Lavoro non soffre solo delle disfunzioni tecnologiche, come tutti i luoghi, in cui l’aggregazione è un “mi piace” su uno schermo, soffre di una dimenticanza e di un resa che diventa sempre più inesorabile. Il testo di Broccoli diventa quindi un colpo di reni, un affermare che se il passato era pieno di politica vera, non ci sono ragioni perché non sia presente anche oggi, e soprattutto che riporti la celeberrima e annosa “questione meridionale” al centro del dibattito politico.
Da quale esigenza nasce il libro, è un semplice elegia del passato, o il passato di una terra diventa pretesto per innescare un discorso sul futuro?
Nasce da molteplici ragioni, ma soprattutto in risposta al presente, epoca in cui la crisi finanziaria si è trasformata in crisi democratica e la politica è incapace di qualunque risposta.
Il tuo libro è soprattutto un libro di fotografie, perché questa scelta?
Il cinema e la fotografia sono stati ritenuti le nuove Muse del ‘900 e quindi le nuove forme dell’arte. Senza nessuna pretesa ideologica abbiamo pensato che gli uomini e le donne della provincia di Caserta in lotta per la difesa del lavoro e della dignità debbano trovare il giusto spazio nella cultura e nella storia di Terra di Lavoro anche attraverso il linguaggio fotografico.
Si è dibattuto molto di questione meridionale, tanto da essersene dimenticati, ha ancora una sua valenza la questione meridionale e a cosa si deve la sua scomparsa dal dibattito politico?
Certo che esiste. Il differenziale Nord –Sud si aggrava, lo stesso Presidente Napolitano in occasione dei 150 anni dell’Unità è intervenuto più volte sull’argomento. Nel mio lavoro cerco di dare un contributo in tal senso e sostengo che la questione meridionale deve diventare questione nazionale per poter trovare una soluzione e che le responsabilità non possono essere ascritte solo a noi meridionali.
A guardare le foto, non sembra neanche Terra di Lavoro, cioè Caserta e la sua provincia: lotte dibattiti, manifestazioni: perché è scomparsa questa vitalità politica?
Nelle foto sono ritratti uomini e donne aggregati intorno ad obiettivi politici: riconoscimento di contratti di lavoro, miglioramento delle condizioni lavorative e previdenziali ecc. Oggi tutto questo è scomparso, la politica è avulsa dalla realtà.
Dal tuo punto di vista, come mai il peso specifico della Sinistra si è assottigliato in provincia di Caserta e soprattutto come mai una Sinistra così presente decenni fa non ha saputo cogliere i pericoli della criminalità organizzata?
La sinistra non ha saputo interpretare la società campana e meridionale e nemmeno ha capito i mutamenti in atto nel mondo del lavoro, della cultura. Fino ad un certo periodo la politica, una certa politica ha contrastato i fenomeni mafiosi, voglio ricordare il lavoro delle commissioni antimafia e di Pio La Torre.
Poi in seguito non si sono compresi i meccanismi che hanno reso subalterna la politica alla criminalità organizzata , cioè la politica è stata condizionata dalla criminalità organizzata che si è presentata come soggetto economico globale e quindi condiziona nel voto di scambio il ceto politico.
Come si presenta oggi Terra di Lavoro, ci sono reali prospettive di dibattito politico o siamo semplicemente ridotti a mero serbatoio di voti?
Caserta si presenta in una situazione di una gravità mai sperimentata per le conseguenze della crisi generale del sistema manifatturiero italiano che qui si avverte più che altrove a causa della sua debolezza intrinseca. Capitali di investimento e iniziative economiche sono del tutto scomparse e nessuna
convenienza è offerta per attirare investimenti e dunque la crisi si aggrava ogni giorno di più.
Tra le tante foto presenti nel volume, quale ti ha particolarmente colpito e perché?
Sin dagli inizi della mia ricerca, sono stata catturata immediatamente dallo sguardo dei braccianti, sguardi che ancora ci interrogano e attendono risposte. Dovendo esprimere una preferenza, direi le foto in cui è ripresa “la massa” per dirla alla Canetti.
Quegli istanti al ridosso del futuro (ed. L'arca e l'arco, 15€)
Commenti all'articolo
Di
(---.---.---.132)10 gennaio 2012 17:10
Premesso che tra quelle foto ci sono anch’io, e pur apprezzando il lavoro di Paola, intervengo perché non mi piace il vezzo di magnificare il passato a scapito del tetro presente. 1 - Pio La torre era Siciliano e non Casertano o campano. A Caserta, come a Napoli, accanto ad una grande sottovalutazione del fenomeno, nel periodo che va da Bardellino a Schiavone, vi era anche qualche "intesa". 2 - La vitalià politica? accanto ad un onesto e limitato lavoro sindacale di difesa dei lavoratori vi erano una infinità di fumisterie e vuote liturgie 3 - Ridotti a mero serbatoio di voti? no, Caserta lo è sempre stato un mero serbatoio di voti, prima della DC, poi di Berlusconi. 4 - La sinistra non ha saputo interpretare la società campana e meridionale? Si è così, la questione meridionale era un semplice slogan elettorale, dopo Gramsci nessuno è stato in grado di aggiornare e superare i limiti di quella analisi. Costituzionalmente i comunisti non erano in grado di poter comprendere ciò che stava accadendo sotto i loro occhi. Così come gli eredi del PCI erano e sono incapaci di capire le ragioni profonde dell’avvento del berlusconismo. Il risultato è che - similmente al passato - dopo che Berlusconi ci ha portato alla bancarotta ( fraudolenta) la sinistra non eredita né erediterà il governo del paese.
Scusa ma chi sei? Dubito che tu sia in quelle foto ... comunque la tua non è un critica fondata su argomentazioni politiche e scientifiche che è cosa del tutto legittima, ma un maldestro tentativo di delegittimazione ...ciao Paola
Chi sono non ha alcun valore, non firmo quasi mai i commenti perché nome e "retroterra" finiscono inevitabilmente per alterare la percezione delle cose scritte, che sono le uniche sulle quali desidero attirare l’attenzione. Cos’è che mancherebbe di "scientificità" ? 1- Ti risulta che Pio La Torre era Siciliano? e che quando fu ucciso era il responsabile del PCI siciliano? ti risulta dell’eminente senatore, che veniva eletto nel collegio senatoriale di Aversa, che fu allontanato dal PCI per i motivi da me su riportati? se non ti risulta (può essere perché all’epoca dovevi essere proprio piccolina) chiedi a tuo zio. 2- Della vita interna del PCI casertano, delle vuote ritualità e delle fumisterie inconcludenti, chiedi a tuo padre e a tuo zio. 3-per questo ci sono le statistiche e i risultati delle elezioni politiche, ti basta consultarli per decidere se ho fatto un commento privo di fondamento. 4- lo hai detto tu che la sinistra non ha saputo ... io ho solo detto si! Se poi ritieni che l’analisi di Gramsci sulla questione meridionale fosse ancora valida dopo il 1956 (anno in cui il governo DC votò una legge in base alla quale il 60% di tutti gli investimenti dell’IRI dovevano essere fatti al Sud) non so che dirti. L’affermazione più impegnativa circa l’incapacità costituzionale dei comunisti a capire cosa stesse avvenendo negli anni dei quali tu parli nel libro è lunga da dimostrare perché mette in discussione il comunismo stesso, e i suoi metodi di analisi della realtà, per cui me la cavo dicendoti i risultati danno ragione a me, e non solo nel 94 con Occhetto, ma anche adesso con Bersani. Il non aver fatto i conti seriamente con il comunismo ha impedito di bloccare il fenomeno berlusconi e oggi dopo che questo ci ha portato al fallimento gli italiani continuano a non individuare la sinistra come una possibile alternativa. Delle due una: o non sono buoni gli italiani o non sono buoni Bersani e compagni. Comunque non intendo deleggittimare nessuno e il tuo resta un bel libro che mi ha fatto piacere leggere e guardare.
Al commentatore anonimo: "Siamo abitati da tutto quello che è accaduto prima di noi, e noi, insieme a tutto questo abitiamo nei linguaggi che utilizziamo per comunicare" Andrea Sparaco. Questo aforisma di Andrea Sparaco , apre la sequenza fotografica del libro ed introduce immediatamente, come solo le parole di un grande artista possono fare, nello spirito essenziale del libro. Andrea, è scomparso ad agosto 2011, mentre il libro era in stampa. Andrea è stato un incessante militante politico, protagonista assoluto di decenni della storia politica, sindacale, artistitica e culturale di Terra di Lavoro. Questo per ricordare la gratuità del’azione politica, l’impegno e la passione civile che nella azione politica venica profuso e che consentiva ad una provincia del Sud connessioni con l’intera nazione. Lo so che Pio La Torre era siciliano, ma era figlio di una dato clima politico e sindacale di autentico contrasto alla illegalità e alla mafia giocato su un impegno concreto e non certo su una anticamorra di professione, triste esercizio molto professato di questi tempi. Uno dei più gravi errori commessi a mio avviso dai dirigenti dell’attuale centro sinistra è stato il voler buttare a tutti i costi via il bambino e l’acqua sporca, deprivando di ogni identità la attuale politica. Come dico nella intervista, prediligo le foto delle "masse" per dirla alla Canetti, cariche di di un potenziale politico fortissimo, perchè forte di una identità che deriva dalla coscienza politica . Ti saluto paola Broccoli
Ciao Sergio, ti ringrazio per l’attenzione che hai dedicato al mio libro e quindi alla nostra provincia. Qui giù siamo in tanti a lavorare controcorrente, con fatica inimmginabile e tu ne sai qualcosa a dimostrazione che c’è un altro Sud, positivo,capace e democratico in grado di generare risorse proficue ed efficaci alla risoluzione della questione Meridionale E terra di Lavoro non è solo clan dei casalesi, è altro ed era altro. La camorra si contrasta prima di tutto con l’esercizio della democrazia e in questo periodo mi pare che l’Italia soffra di deficit di democrazia. Ciao Sergio grazie e non demordiamo. Serriamo i ranghi: "democratici" ( e democratici non sta per aderenti al Pd!) italiani uniamoci! Ciao Sergio a presto! Paola
Per me che frequento damoltianni il Sud d’Italia, impegnato nella formazione sindacale e
convocato per il mio legame al volontariato in Italia e nel Sud del mondo,
l’incontro con gli uomini e le donne del Sud è sempre un piacere ed una
sorpresa; un piacere legato alla immediatezza e generosità della accoglienza ;
sorpresa per la instancabile volontà di lotta pur in situazioni pericolose e chiuse. Questo libretto è per me un dono, perché mi offre l’immagine
vivadi uomini e donne che hanno lottato
per la propria terra a volto scoperto. Simbolica la prima foto che presenta una
donna combattiva al microfono a difendere il lavoro dei contadini. Curioso quel
fuori campo ( nel senso di temporalità e non certo di appartenenza e di
simpatia) di monsignor Nogaro che chiude la raccolta.E poi via via le sequenze del primo
maggio,gli scioperi, i cortei, gli
incontri ufficiali sindacali e di partitoche danno corpo al breve saggio storico che illustratrent’anni di storia sociale e politica di
Caserta e provincia,che ha visto i
grandi cambiamenti nella produzione, ma anche nella composizione sociale.
Una storia da cui prende vigore il presente,e se non vigore,
attinge una speranza attiva quando la politica langue e la finanza ( e non
certo la economia che guarda e difende il bene comune) detta le norme e impone
una solidarietà a senso unico.
Come recitano le didascalie delle foto, le immagini fermano
il tempo, ma provocano anche ricordi, nostalgie e speranza nuove.Chi ha vissuto quegli anni a Caserta
rivedendo i volti degli uomini che hanno affrontato gli eventi ne rimane
conquistato; ed anche io scoprendo alcuni volti a me noti per partecipazione
politica e sociale o per affetto, riscontro in questo opuscolo il valore
simbolico della pietra bianca dei tempi futuri, pietra che segna il cammino,
sul quale siamo cresciuti e dal quale riparte il nostro futuro umano.
La
ringraziamo vivamente per la gentile e significativa donazione del suo libro
"Quegli istanti a ridosso del futuro" alla Biblioteca della CGIL Campania
La informiamo che il testo sarà al più
presto inserito nel catalogo della nostra biblioteca, visibile on line al sito
www.iperteca.it.
La
Biblioteca Civica come presidio di cultura e di socialità
Incontro con autori ed editori.
Con la magica serata dell’Epifania nelle splendide sale delle
palazzine del’Ex macello la storica Biblioteca
“Ruggiero” di Caserta è diventata un vero presidio di cultura e di
socialità . Per dare un senso forte di comunicazione e di partecipazione verrà
organizzatoun nuovo evento per il
giorno: venerdì 25 gennaio2012 dalle ore 16,00alle ore 18,30 nella sala convegni della Biblioteca Civica in
via Laviano.
Insieme alla rete delle associazioni che animano le Piazze
del Sapere ed all’Assessore alla Cultura del Comune di Caserta, stavolta i
protagonisti saranno le persone che producono libri e conoscenza: gli editori e
gli scrittori. Verranno invitati a partecipare tutti gli autori originari della
nostra provincia, ma anche quelli provenienti da altre realtà che hanno
pubblicato opere dedicate a Terra di Lavoro
Con questo evento di rilievo si comincerà a rendere operativa
una normativa che fa obbligo agli editori ed agli autori locali di consegnare
una copia dei libri (pubblicati o da presentare nelle librerie) alla biblioteca
comunale. Attraverso un atto formale di “deposito legale” verranno invitati
tutti/e a donare uno scritto o un documento alla biblioteca comunale, come un
atto di grande senso civico, di partecipazione alla vita collettiva, di
crescita di una comunità.
Ciò consente ai cittadini (in primo luogo ai giovani, agli
studenti, ai ricercatori) di poter avere a disposizione il ricco patrimonio
accumulato in una delle biblioteche più antiche ed importanti del nostro Paese.
Infatti, la quantità e la qualità delle opere qui conservate è di valore e di
prestigio a livello nazionale e mondiale.
Grazie Paola, mi hai fatto un bel regalo. E’ stato come ritrovare un
vecchio album smarrito che si credeva definitivamente perso. Una
emozione indescrivibile rivedere foto di compagni morti o comunque
irraggiungibili il cui ricordo si andava sbiadendo e con i quali ho
percorso un tratto di vita. Hai fatto un bel lavoro di recupero e
valorizzazione della memoria che rischiava di andare persa
definitivamente. Impagabile la foto dei liceali Paolo e Franco. ugo di Girolamo