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Un Nuovo Orizzonte. Plinio, Ortelio e il Rinascimento geografico

Esposte al Museo del Paesaggio del Lago di Como 25 straordinarie carte originali del Paregron più 2 del Theatrum realizzate da Ortelio per restituire un orizzonte geografico del mondo antico il più preciso possibile, oltre ad alcune grandi tempere di Antonio Coppola

In occasione delle celebrazioni del bimillenario pliniano (2023-2024), il Museo del Paesaggio del Lago di Como, in località Tremezzo, presenta dal 5 ottobre al 3 novembre la mostra “Un Nuovo Orizzonte: Plinio, Ortelio e il Rinascimento geografico”, a cura di Massimiliano Mondelli e Francesco Trippini.

Organizzata dal Comune di Tremezzina, da Accademia Pliniana e dall’Associazione Roberto Almagià e patrocinata dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio, l’esposizione affronta, attraverso la produzione del cartografo e geografo fiammingo Abramo Ortelio (Abraham Ortel, Anversa 1527-1598), il debito contratto dalle nuove conoscenze geografiche del Rinascimento con la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio.

Plinio, con i 37 libri del suo trattato, aveva creato nel I Sec d. C. un'enciclopedia universale capace di influenzare profondamente persino intellettuali del XIV, XV e XVI secolo. Fra questi, Petrarca, Boccaccio e, più tardi, Ortelio stesso, che cercò di riannodare il dialogo tra antichi e moderni, innovando gli studi geografici attraverso una quanto più approfondita consapevolezza storica.

Ortelio, ricordato per aver creato il primo atlante moderno della storia, Theatrum Orbis Terrarum (1570), e il primo atlante storico, Parergon (1579), si nutrì costantemente della lezione pliniana, e nelle sue opere si riscontra la stessa visione universalistica ed ecumenica che aveva caratterizzato Plinio.

Forte è l’approccio umanistico-rinascimentale, in cui la conoscenza del passato è fondamentale per comprendere il presente e immaginare il futuro, e la geografia non è solo rappresentazione accurata del mondo, ma strumento per comprendere la storia e il destino dell'umanità, espressione di un ideale di armonia universale, nonché esortazione a regnanti e politici a perseguire la pace.

La prefazione del Theatrum Orbis Terrarum contiene un concetto chiave che evidenzia questa visione: la geografia è definita “oculus historiae”, cioè l’occhio della storia, un’espressione che sottolinea l’indissolubile legame tra queste due discipline nel pensiero rinascimentale. La storia e la geografia, secondo Ortelio, sono dunque strumenti fondamentali per comprendere il passato e costruire il futuro. Il Parergon, immaginato inizialmente come compendio dell’opera principale, offriva uno sguardo più dettagliato sulla geografia dell’antichità, rafforzando ulteriormente questo legame.

Esposte al Museo del Paesaggio del Lago di Como 25 straordinarie carte originali del Paregron più 2 del Theatrum realizzate da Ortelio per restituire un orizzonte geografico del mondo antico il più preciso possibile, oltre ad alcune grandi tempere di Antonio Coppola presentate nell’aprile del 1893 a Napoli per l’esposizione “Pompei vivente. Pompei di diciotto secoli fa, Pompei attuale”.

Come per la Naturalis Historia, la logica dell’esposizione procede dal generale al particolare, mostrando prima la rappresentazione geografica del mondo antico e moderno ricostruita da Ortelio - a partire dalla mappa ovale colorata a mano del mondo così come era conosciuto allora che include anche la "Terra Australis nondum cognita", un ipotetico continente che si credeva esistesse nell'emisfero meridionale - per poi illustrare sempre più nel dettaglio le zone di interesse pliniano studiate da Ortelio (Italia, Belgio, Spagna, Francia, ecc.) sino alla raffigurazione dell’ambiente urbano conosciuto da Plinio.

Massimiliano Mondelli e Francesco Trippini, curatori della mostra: “Il lavoro di rappresentazione del mondo antico fu una sfida ardua alla quale Ortelio si dedicò con grande attenzione e cura, dimostrando una profonda conoscenza delle fonti e dei documenti iconografici, cartografici, letterari e descrittivi (la Naturalis Historia, innanzitutto) dalla cui sintesi nasce la capacità di delineare la geografia antica. Ortelio riuscirà nel proprio intento giungendo a definire l’orizzonte cartografico delle popolazioni e delle grandi culture del passato. Ciò permise al Rinascimento di affinare e approfondire come mai prima di allora lo studio e la conoscenza della storia antica, di leggere il presente e disegnare il futuro”.

Inaugurazione Sabato 5 ottobre ore 17

Orari di apertura mostra Da giovedì a domenica 10-12 e 14-18

Biglietteria Mostra compresa nel biglietto di ingresso del museo (Euro 5)

Informazioni al pubblico [email protected]

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