Un Bocchino in stato confusionale
"Si dimetta": chiede ad alta voce il capogruppo di Futuro e Libertà.
"Un plurimputato": così avrebbe definito mister B.
"Un plurimputato": così avrebbe definito mister B.
L’onorevole Italo Bocchino, deputato d’acciaio, finiano per amore e non per devozione, è l’uomo del momento. Nel suo coraggio, nelle sue dichiarazioni, nel suo "stato confusionale" secondo Bondi, vi è la sintesi, la metafora e la spiegazione estrema alla situazione politica attuale.
La prima testa a cadere, Silvio docet.
La prima ad accondiscendere la spaccatura, Fini docet.
Ma se non è audacia quella del politico mio concittadino, io non saprei definirla altrimenti: dov’era il prode Italo, chissà a cosa pensava quel funesto 29 marzo 2009, quando a meno di un metro dal "plurimputato", cantava a squarciagola: "Stringiamoci a coorte, siam pronti alla moorte!"
Italo Bocchino il 29 marzo del 2009 si stringeva alla corte di un plurimputato. E sempre il 29 marzo del 2009 cantava di esser pronto alla morte con un plurimputato.
La settimana scorsa dichiara: "Lealtà al Governo? No, Lealtà al mandato degli elettori". Che è un po’ la stessa differenza tra la coerenza al programma e la coerenza alla poltrona.
O coerenza alla legalità.
Un tema a Fini tanto caro.
Perché la legalità è una questione di principio.
Bere o Affogare. Dolce o Salato. Bianco o Nero.
E’ come scegliere tra Borsellino e Mangano.
Granata e Dell’Utri. Briguglio e Verdini.
E’ come scegliere tra Berlusconi e Fini.
Tra la villa di Arcore e la casa di Montecarlo.
E’ come scegliere tra il rispetto della legge
ed il rispetto per un plurimputato.
Ma se rispettare un plurimputato è come rispettare Mangano, Dell’Utri o Verdini, forse è meglio che Bocchino se ne torni a stringersi a coorte: Futuro e Libertà è pronto alla moorte.
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