Ugo Foscolo, se fosse nato in Italia?
Sarebbe stato quel Iacopo Ortis dalla profonda e tumultuosa passione interiore?
Ugo Foscolo è annoverato tra i massimi esponenti della nostra letteratura. Ha attraversato le correnti del pensiero umanistico di due tra i più significativi secoli della letteratura italiana, il XVIII ed il XIX. Matura nei valori della bellezza che si incarna soprattutto nell’ arte e della bontà, quale rimedio contro i mali della società per addivenire al bene ed alla bellezza, unici elementi che guidano l’ uomo al raggiungimento dell’ equilibrio interiore, per riuscire ad appropriarsi dei valori più alti, quali l’ amore coniugale e familiare, la fiducia reciproca, la solidarietà, l’ amicizia che rappresentano i veri ed unici rimedi alle sofferenze della vita. E’ stato profondamente influenzato dalle correnti letterarie del periodo quali il neoclassicismo prima ed il romanticismo dopo, che hanno avuto un ruolo importante nel plasmare la sua caratteristica letteraria. Le sue origini elleniche, era nato a Zante, sua madre era greca, anche se la sua istruzione e formazione è avvenuta prevalentemente in Italia, hanno contribuito a lasciare un solco indelebile nel suo animo. Un animo sensibile ed aperto al nuovo, pronto ad abbracciare gli ideali di uguaglianza e di libertà, non poteva non essere influenzato dal sentirsi parte di quel retaggio culturale derivante dalla straordinaria cultura greca. Il richiamo ai miti della Grecia, è in lui sempre intimamente legato al ricordo della sua terra e della madre greca, ricordiamo il suo celebre sonetto, in cui il poeta definisce Zante “Materna terra”.
Il neoclassicismo del settecento fece riscoprire l’amore verso i classici sino al punto che lo stesso Foscolo definì vuota, priva di contenuti un’opera che non si basasse sui canoni dell’ellenismo. Qui adesso non voglio soffermarmi sulle doti letterarie del Foscolo, sulle quali sono stati scritti fiumi di parole, desidero invece affrontare un’argomentazione a me cara: “quanto il Foscolo sia stato effettivamente influenzato dalle sue origini greche, e se fosse nato in Italia, da genitori italiani, sarebbe stato l’Ugo Foscolo che tutti conosciamo? Sarebbe stato quel Jacopo Ortis dalla profonda e tumultuosa passione interiore? La mia personale opinione è che in presenza, e qui mi tirerò dietro qualche strale, di sensibilità caratteriali spiccate, il sentirsi appartenere per storia, tradizioni e sangue ad una cultura portante ed ineguagliabile, faccia la differenza. Penso che personaggi dotati della sua sensibilità, sicuramente si sarebbero comunque conquistati una significativa parte nella storia della letteratura mondiale.
Siete mai stati in Grecia? Vi siete mai soffermati a riflettere davanti ad un sito archeologico, idealizzando che proprio lì in quello stesso posto, oltre due millenni fa, qualcuno che si chiamava Platone, Socrate, Aristotile, Ulisse, Pericle, Omero, Ictino, Callicrate, Fidia, aveva scritto la storia, la letteratura, la filosofia, o aveva realizzato le forme artistiche più sublimi della storia dell’arte, divenendo così “Immortali”? Se avete fatto questa riflessione avrete sicuramente provato una strana sensazione di umiltà e di grande rispetto? Se poi a tutto ciò aggiungessimo la certezza generazionale di appartenere a questa straordinaria cultura, scatterebbe l’orgoglio di cotanta paternità, che in presenza di spiccate sensibilità caratteriali, farebbe scattare il desiderio emulativo di fare qualcosa, per sentirsi partecipi, affinchè il passato non resti tale. Con tutto ciò non dico che bisogna nascere in Grecia o essere di madre greca per essere degli artisti, ma la mia personale convinzione è che sapere di appartenere ad una storia così illustre possa contribuire, in presenza di sensibilità spiccate, a esprimere forme artistiche di alto livello. Ecco perché ritengo a ragion veduta che il Foscolo sia stato particolarmente influenzato oltre che dallo studio dei classici, dal sentirsi “ellenico” ed il ricordare le straordinarie immagine di quella che può essere definita una perla dello Ionio, cioè l’isola di Zante, la sua terra materna, carica di storia, tradizioni, peraltro non tanto lontana da Itaca, l’isola di Ulisse, ne ha sollecitato e stimolato la sua sensibilità artistica. Non possiamo nemmeno trascurare il delicato periodo storico che viveva il popolo greco alla ricerca della sua indipendenza ed unità, avvenuta nel 1821. Fatti questi che devono aver avuto un notevole impatto formativo nel carattere del poeta, un mix di eventi e di circostanze pubbliche e private che alla presenza di un animo di alta sensibilità, ha generato quel grande artista che noi italiani annoveriamo tra i più grandi, anche se spesso ci dimentichiamo di ringraziare la Grecia e l’Ellenismo.
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