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USA | Il primo mese di presidenza Biden

Nel suo primo mese alla Casa Bianca, Joe Biden si è concentrato sulla distribuzione dei vaccini e sul pacchetto di stimolo economico.

di Lorenzo Ruffino

Joe Biden ha giurato come nuovo presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio: a poco più di un mese dal suo insediamente, proviamo a tracciare un primo bilancio delle sue azioni alla Casa Bianca.

Questo primo mese è stato dedicato principalmente a tre attività: la distribuzione dei vaccini, il pacchetto di stimolo economico e le conferme delle nomine da parte del Senato.

Le nomine al Senato

Le nomine governative devono ricevere nella maggior parte dei casi la conferma del Senato. I Democratici hanno 50 senatori, così come i Repubblicani, ma in caso di parità può votare anche la vicepresidente Kamala Harris. Certo, in generale i voti di conferma delle nomine governative ottengono anche voti del partito di opposizione, ma ci possono essere nomine che dividono di più.

Attualmente sono state confermate 9 persone, mentre 23 attendono ancora un voto. I voti sono andati a rilento principalmente a causa del processo di impeachment contro l’ex presidente Donald Trump, che si è concluso con un’assoluzione.

 

Le nomine dell’Amministrazione finora confermate dal Senato sono le seguenti:

  • Il Segretario di Stato Tony Blinken (78 voti favorevoli, 22 contrari);
  • Il Segretario alla Difesa Lloyd Austin (93 a 2);
  • Il Segretario alla Sicurezza Interna Alejandro Mayorkas (56 a 43);
  • La Direttrice dell’Intelligence Nazionale Avril Haines (84 a 10);
  • La Segretaria al Tesoro Janet Yellen (84 a 15);
  • Il Segretario agli Affari dei Veterani Denis McDonough (87 a 7);
  • Il Segretario ai Trasporti Pete Buttigieg (86 a 13);
  • Il Segretario all’Agricoltura Tom Vilsack (92 a 7);
  • L’ambasciatrice alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield (78 a 20). 

Una nomina che si sta rivelando problematica è quella di Neera Tanden come Direttrice dell’Office of Management and Budget, l’ente che supporta il presidente nel prendere decisioni legate al bilancio federale. In passato, infatti, Tanden ha scritto alcuni controversi tweet, e Joe Manchin, senatore Dem molto moderato della West Virginia, ha detto che non intende votarla: senza di lui e senza aiuto dal GOP, la nomina di Tanden non potrà essere approvata. 

 

 

 

La campagna di vaccinazione

Negli Stati Uniti la campagna di vaccinazione sta andando particolarmente bene: oltre il 13% della popolazione ha già ricevuto la prima dose e il 6% la seconda. Negli ultimi giorni la media è stata di 1,3-1,5 milioni di dosi somministrate al giorno, con punte anche di 2 milioni. Complessivamente, dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate 65 milioni di dosi.

Uno dei problemi che gli Stati Uniti potrebbero però trovarsi ad affrontare è la domanda di vaccini: i sondaggi settimanali di YouGov per l’Economist mostrano infatti che il 35% degli americani non intende farsi somministrare il vaccino. La buona notizia è che comunque la percentuale è calata: a gennaio 2021 il 40% non si voleva vaccinare, mentre a fine 2020 questa percentuale era addirittura del 47%.

Ci sono ampie differenze tra chi vota per i Democratici e chi i Repubblicani: tra i Dem coloro che vogliono fare i vaccini sono circa l’85%, mentre tra chi vota GOP sono circa il 55%. 

L’Economist, partendo dai sondaggi, ha scoperto che i migliori predittori della non volontà di fare il vaccino sono l’essere giovani, poveri, afro-americani e sostenitori di Donald Trump, anche se tra tutte le variabili quest’ultima è la più forte. Una delle motivazioni dell’avversione al vaccino, secondo l’Economist, è che i giovani, i più poveri e le minoranze etniche hanno una minore probabilità di avere l’assicurazione sanitaria.

Una stima elaborata dal data scientist Youyang Gu mostra che gli Stati Uniti potrebbero raggiungere l’immunità di gregge tra luglio e agosto. Anche il New York Times ha elaborato vari scenari, ma in generale si attendono di raggiungerla in estate.

Nel frattempo, i casi di contagio negli Stati Uniti hanno avuto un rapidissimo calo. Nessuno sa esattamente il motivo, ma si ipotizza che ciò sia dovuto a una combinazione di maggior utilizzo delle mascherine, stagionalità, vaccinazioni e immunità parziale raggiunta attraverso le infezioni.

 

Il pacchetto di stimolo economico e le altre proposte

Joe Biden ha proposto un pacchetto di aiuti economici dal valore di 1.900 miliardi di dollari, quasi il 10% del prodotto interno lordo statunitense. La proposta sta dividendo il mondo economico e politico, mentre gli elettori sono molto favorevoli.

Diversi economisti temono che il pacchetto sia esageratamente grande rispetto a quello che serve agli Stati Uniti e che se approvato ci sarebbe il rischio di far esplodere l’inflazione. L’output gap, ossia la differenza tra il PIL che si avrebbe quando l’economia è al suo massimo e il PIL effettivo, è infatti pari a circa 420 miliardi. Un pacchetto da 1.900 miliardi sarebbe pari a quasi cinque volte l’output gap, rischiando pertanto di surriscaldare l’economia portandola oltre il suo potenziale. 

Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo monetario internazionale, ha affermato che lo stimolo non surriscalderebbe solo l’economia, ma “provocherebbe un incendio”. Larry Summer, un importante economista e architetto delle politiche economiche obamiane, ha sostenuto inoltre che sussisterebbe un rischio di pressioni inflazionistiche mai viste. Allo stesso tempo, diversi economisti – tra cui il Premio Nobel Paul Krugman – ritengono che questo sia un rischio che vale la pena correre per far ripartire l’economia.

Il piano di stimolo è comunque incredibilmente popolare. Un sondaggio di YouGov per CBS News ha mostrato che l’83% degli americani crede che il Congresso debba approvarlo. Inoltre, solo il 20% pensa che sia esagerato, mentre il 40% crede addirittura che non sia abbastanza. 

In termini di sostegno alle principali priorità dei presidenti, il disegno di legge di Biden è la proposta più popolare della storia recente degli USA, con l’eccezione dell’aumento del salario minimo del 2007 e il Brady Bill (la legge sui maggiori controlli sulle armi) del 1993. La proposta di Biden è più popolare persino di qualsiasi legge di stimolo economico dell’era Obama e gode di un sostegno doppio rispetto alle proposte fiscali, sanitarie e di politica migratoria dell’amministrazione Trump.

Va anche notato che un sondaggio Navigator ha mostrato che il pacchetto piace al 72% degli americani, e che anche se raddoppiasse arrivando a 4.000 miliardi continuerebbe a piacere al 70%. La dimensione del pacchetto non fa quindi differenza nei sondaggi. 

Nel frattempo, Biden sta anche cercando di trovare un compromesso su altre proposte economiche con il resto del Partito Democratico. I senatori Chuck Schumer ed Elizabeth Warren chiedono un taglio dei debiti studenteschi di 50.000 dollari, mentre Biden punta a un intervento più contenuto. Parte dei Democratici vorrebbe poi innalzare il salario minimo a 15 dollari l’ora, ma i senatori Joe Manchin e Kyrsten Sinema sono sensibilmente più scettici, cosa che rende difficile l’approvazione della misura.

 

La popolarità di Biden

Joe Biden al momento gode di un’ampia popolarità: il 54,7% degli americani approva le sue azioni e solo il 38,2% le disapprova. L’approvazione netta è quindi pari a 16,5 punti. Per fare un confronto, quella di Trump a questo punto della presidenza era a -7. 

Biden rimane comunque meno popolare di altri presidenti, ma ciò è dovuto al fatto che negli ultimi anni le opinioni degli americani sulla politica si sono incredibilmente polarizzate, rendendo difficile ottenere il sostegno degli elettori del partito di opposizione. 

Un recente sondaggio Gallup ha mostrato come il 56% degli americani approvi il suo lavoro come presidente. In particolare, il 67% approva la sua risposta al coronavirus, il 56% alle questioni legate agli affari esteri e il 54% all’economia. Complessivamente, comunque, nel primo mese da presidente la sua popolarità è rimasta costante. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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