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Tunisia laica e Tunisia religiosa: due manifestazioni contrapposte a Tunisi

Il 13 agosto in Tunisia è la Festa della Donna, ricorrenza che celebra la data di promulgazione del Codice di Famiglia tunisino (Csp) nel 1956. In questa occasione due manifestazioni – una dell'opposizione laica e una del partito di Governo, Ennahda – hanno sfilato in città. Sullo sfondo della crisi di governo e dell'instabile situazione politica che si è inasprita dopo gli omicidi, a febbraio e luglio, di due esponenti dell'opposizione. Una grande coalizione dell'opposizione laica, il Fronte di Salvezza Nazionale, propone la creazione di un Governo di transizione.

Ieri sera a partire dalle 19 a Tunisi si sono tenute due manifestazioni diverse e separate: quella dell'opposizione laica e quella di Ennahda, il partito islamico al Governo. Secondo la stampa diverse decine di migliaia di persone alla prima, alcune migliaia per la seconda. E nessuno scontro.

I due cortei chiedevano due cose diverse per il paese: il primo vuole la fine del Governo del Partito islamico Ennahda, la dissoluzione dell'Assemblea Costituente e un Governo di transizione, che traghetti il Paese verso nuove elezioni (previa riscrittura della Costituzione e di una nuova legge elettorale). Tutte queste richieste erano state formulate dal Front de Salut National (il Fronte di Salvezza Nazionale), la grande coalizione dell'opposizione (qui la sua composizione), dopo la manifestazione del 6 agosto.

La manifestazione “laica” si è conclusa di fronte alla sede dell'Assemblea Nazionale Costituente, dove da tre settimane si stanno tenendo sit-in permanenti dell'opposizione. Tra gli slogan usati dal corteo: “La donna tunisina è libera, fuori i Fratelli Mussulmani” e “La donna tunisina è mussulmana, ma non islamista”.

La seconda manifestazione, quella di Ennahda, ha usato l'occasione della festa della donna per scendere in piazza e richiamare i suoi fedeli. In più per il partito è importante ribadire di non avere a nulla a che fare con le accuse di “omicidio” che gli sono state rivolte dall'opposizione, dopo la morte, a fine luglio, di Mohamed Brahmi e a febbraio di Chokri Belaïd. Entrambi gli uomini, voci laiche e di opposizione, sono stati assassinati di fronte alle loro abitazioni, si pensa per mano di estremisti religiosi. La manifestazione di Ennahda si è tenuta su avenue Habib Bourguiba, la strada centrale di Tunisi, al centro delle rivolte del 2011.

 

 

Il giorno scelto, il 13 agosto, è una data altamente simbolica. Lo stesso giorno del 1956 veniva, infatti, promulgato il Code du Statut Personel (Csp), il codice della famiglia tunisino, il primo e uno dei più avanzati della regione. Il Csp ha dato (sulla carta sicuramente, nda) alle donne tunisine il diritto di voto, il divorzio, ha vietato la poligamia e ha reso legale, tra le altre cose, l'aborto. Per l'opposizione mettere in avanti questa data significa anche far presente ad Ennahda che queste conquiste non si toccano, anzi. Da dopo la Rivoluzione del 2011 Ennahda è accusato di voler fare dei passi indietro riguardo, soprattutto, ai diritti delle donne e al Csp, ritenuto troppo “liberale”.

 

L'Assemblea Costituente. Perché scioglierla.

L'Assemblea Nazionale Costituente deve fare due cose: scrivere la nuova Costituzione della Tunisia e preparare una nuova legge elettorale. Entrambe le cose non sono ancora state fatte. Per questo l'opposizione chiede che venga sciolta. Per ora l'Assemblea è temporaneamente sospesa. Dopo la grande manifestazione dell'opposizione del sei agosto scorso, Mustafa Ben Jaafar, presidente dell'Assemblea Costituente ha annunciato la messa in pausa dei lavori finché le due parti in conflitto non avessero trovato un accordo.

 

Il dialogo tra Governo e opposizione

Lunedì scorso, l'11 agosto, si è tenuto un incontro molto importante, quello tra Rached Ghannouchi, segretario di Ennahda, e Houcine Abassi, segretario dell'UGTT (Union générale tunisienne du travail), il più grande e potente sindacato tunisino. Abassi, in questa veste si è presentato come porta parola di tutta la grande coalizione dell'opposizione laica (il Front de Salut National, nda) e come garante del processo.

I pourparlers avrebbero dovuto trovare un qualche tipo di accordo, specie dopo la proposta del Front du Salut National, per la creazione di un Governo di transizione formato da tecnici. Ennahda ha rigettato questa proposta, avanzando invece l'opzione di allargare il governo a due piccoli partiti laici e di andare alle elezioni a dicembre.

Nessun accordo quindi. I due uomini si sono dati però come obiettivo di rivedersi tra una settimana.

Sullo sfondo anche altre due incontri: quello tra l'ambasciatore degli Stati Uniti, Jacob Walles, con Rached Ghannouchi e Beji Caïd Essebsi, ex Primo Ministro tunisino.

Il Presidente della Repubblica, Moncef Marzouki, ha invece appoggiato la proposta di Ennahda di aprire il governo a due partiti dell'opposizione.

Il Front de Salut National nel frattempo ha annunciato che lancerà una campagna Erhal ("Parti/Vai via"), con la quale chiede che i delegati, i governatori e le persone a capo di istituzioni la cui nomina è stata fatta per la fedeltà a un partito, di dare le dimissioni. Il Fronte ha anche indetto un'altra manifestazione per il 24 agosto e la creazione di un gruppo di lavoro per la nomina di personalità indipendenti da proporre per la formazione di un governo di transizione.

Foto logo: frame da un video di Tunisia News/Facebook

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