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Toronto: dall’asfalto al cielo

Un affresco di Toronto

Non ci si può perdere a Toronto.

Un geometra, non un artista ne ha disegnata la trama. Vie che paiono filari, dove la prima interseca anche l’ultima, ogni perpendicolare un mondo, come Yorkville, villaggio le cui cinta sprofondarono nell’abbraccio di Toronto.

In realtà, svelato l’arcano, è una città che non va letta nella bidimensionalità delle sue perpendicolari, bensì attraverso i volumi che la attraversano, dall’asfalto al cielo.

Camminare per Toronto non significa necessariamente spostarsi, quanto piuttosto arrampicarsi lungo gli scheletri dello skyline.

Sapiente gioco di pieni e vuoti, grattacieli iridescenti, lo sguardo sazia la propria vanità, per poi degradare nelle tracce di un passato old school, violentemente selvaggio, dove la natura matrigna soffoca il respiro, e se ne inebriano i verdi tentacoli…

L’architettura, un’evoluzione simultanea e concentrica: allinei i passi, attraversi l’età del bronzo, del ferro, dell’oro.

E poi si spalanca il lago, che profuma di casa ma anche di avventura.

Forse sono davvero un pirata e questo è solo l’ultimo porto.

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