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Ti piace vincere facile le elezioni? Anche a Barletta

Amaro è il bilancio morale delle elezioni regionali dello scorso 28 e 29 marzo. Non che si voglia descrivere un fenomeno prima sconosciuto, ma si vuole sottolineare la perdurante e crescente abitudine, ancora nel 2010, a rendere la politica un business, seguendo non so quale "alte" fonti d’esempio.

Ti piace vincere facile le elezioni? Anche a Barletta

Si sono consumate già da diversi mesi le elezioni regionali. Ogni provincia aveva dei suoi candidati al Consiglio Regionale, collegati alle varie liste di appartenenza. Chiaramente i candidati hanno pescato maggiormente i voti nella loro città di appartenenza.

Per alcuni la pesca è stata fruttuosa e per altri no. Ciò non toglie che si è saputo di cifre esorbitanti che molti candidati, anche barlettani, hanno "investito", è giusto ahimè usare questo termine ormai, per tendere a quella desiderata poltrona di consigliere regionale, godendo così di stipendi molto elevati. I nostri "onorevolini" in Puglia ricevono uno stipendio di 13.830 € (lordi) più vari benefit. Dunque le campagne elettorali in cui alcuni candidati hanno utilizzato centinai di migliaia di euro per essere certi di essere eletti, in barba a chi magari possiede maggiori competenze politico-amministrative, risultano essere recuperabili in un paio d’anni. Sempre sperando che le loro entrate siano unicamente quelle dello stipendio e consone alla legge. E’ chiaro che questi sono ragionamenti in malafede a cui non si dovrebbe ricorrere, ma una famosa frase del senatorissimo Andreotti dice "a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca".

In più si deve assolutamente sottolineare che le modalità per proccacciarsi voti non sono state proprio trasparenti: il numero dei rappresenti di lista, per alcune liste, era esorbitante ripetto alla prassi legislativa; molti rappresentanti di lista ricevevano soldi in cambio del loro "fastidio" e voto, si parla anche di 50€; altri ricevevano, dal comitato elettorale di alcuni candidati un "premio fedeltà" di circa 30€ solo per aver votato e forse fatto votare pochi altri. Si parla anche di file che si formavano il lunedì presso alcuni partiti per richiedere i soldi che erano stati loro promessi.

Vergogna che colpisce un po’ tutti, anche i candidati più onesti perché si sporcano stando vicino a gente di malaffare. Vergogna che colpisce chi è disposto a vendersi, prostituendo la propria dignità e libertà, e questi, come La Gazzetta del Mezzogiorno ha avuto modo di evidenziare nei giorni passati, sono soprattutto giovani. Vergogna su chi vede e tace. Vergogna su chi dovrebbe garantire la legalità e il rispetto della gente più onesta. Vergogna a quei candidati che si prestano a queste bassezze.

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